
L’attacco di Schlein davanti al Parlamento riunito: governo ipocrita, non lo ha ascoltato su clima e migranti. Meloni non raccoglie e ricorda Bergoglio, "grande uomo e Pontefice". Diplomazie puntate sui funerali.
Il cordoglio sarà pure unanime, ma a fare entrare d’impeto lo scontro politico nell’aula di Montecitorio listata a lutto, dove ieri pomeriggio deputati e senatori si sono riuniti per commemorare Papa Francesco, ci pensa la segretaria del Pd, Elly Schlein. È durissima, date le circostanze forse anche troppo. Sconfina quasi nel comizio: "Il Pontefice merita tutto il nostro cordoglio, ma non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli quando era in vita e oggi cerca di seppellire nella retorica anche il suo potente messaggio. Di chi deporta i migranti, toglie aiuti ai poveri, nega l’emergenza climatica e le cure a chi non se le può permettere".
Non è l’unica: a fare leva sull’"ipocrisia" di chi piange Bergoglio senza avergli dato retta, insomma della destra, è anche Giuseppe Conte. Ma l’avvocato è uomo di mondo, sa calibrare i toni. Si limita a liquidare "i vaniloqui" di chi "ignorava i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra". Nell’emiciclo destro il pentastellato ha la meglio sulla democratica: applausi tiepidi, ma ci sono. L’unica ad accennare un battito di mani per Elly – dopo che se l’è portate al viso al termine del suo discorso – è la premier: si aggiudica qualche punto in signorilità. Quando prende la parola per ultima sta attenta a evitare accenti politici. È quasi l’unica, con i presidenti di Camera e Senato. Il padrone di casa, Lorenzo Fontana, definisce papa Francesco "un pastore tra la gente", e sottolinea "il vuoto profondo" che lascia "per i cattolici e l’intera comunità internazionale". Dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Lo abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza con cui si è battuto per per la giustizia, la pace, la fraternità tra i popoli".
Gli altri si sforzano di evidenziare il lato di Bergoglio che sentono più vicino. Luana Zanella (Avs) punta sulla pace, e si commuove. "Senza di lui il pianeta è più a rischio". Maurizio Gasparri (FI) rilancia sulla famiglia ("tema a lui molto caro"), e stigmatizza "le tante ipocrisie di chi lo cita sempre e non ha mai seguito il percorso di fede". Evidente la risposta a Schlein e Conte: a sinistra infatti nessuno lo applaude. Abile Simonetta Matone, che si trovava nella posizione più difficile data la distanza tra la Lega e Bergoglio, se la cava concentrandosi sull’aspetto "spiazzante e imprevedibile" del Pontefice. Molto applaudito Matteo Renzi che cita De Andrè: "Nel vedere quest’uomo che muore, madre, io provo dolore; nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore".
Giorgia no. Lei si fa un punto d’onore di tenersi lontano dalla politica. Parte dal rapporto "personale" con papa Francesco, "un grande uomo e un grande Pontefice", determinato sì, ma "quando parlavi con lui non c’erano barriere". Ricorda il consiglio più ricorrente, che è anche l’ultimo: "Non perda mai il senso dell’umorismo". Ribadisce la gratitudine per la sua partecipazione al G7. "La diplomazia è un esercizio di umiltà", un altro dei suoi insegnamenti che lei assicura di vivere come "monito alla responsabilità". Per questo, rivela chi la conosce bene, ha evitato di darsi da fare per organizzare summit a latere delle esequie: ciò spiega in parte il disappunto che imperversa a Chigi di fronte alle voci di mosse in solitaria (scavalcando il governo italiano ) da Bruxelles per un summit Usa-Ue a Roma. Ipotesi se non proprio impossibile assai remota. Più realistica quella di bilaterali, con Trump che resta l’interlocutore più conteso.
In ogni caso il ruolo che giocherebbe o non giocherebbe la premier è da vedere. Per quel che riguarda la "diplomazia del lutto" l’unica certezza è che ci sarà attività: la presenza di quasi tutti i principali protagonisti (dal presidente ucraino a Macron, Starmer & co.) a fronte della fretta di chiudere la guerra in Ucraina che gli Usa stanno palesando obbligherà quasi certamente i presenti a fare il punto. In via informale, a meno che Zelensky non chieda un incontro ufficiale: in quel caso sottrarsi sarebbe impossibile. Questo si chiarirà nelle prossime ore. Intanto, a tenere il campo sono, tanto per cambiare, scontro politico e propaganda.