Roma, 30 giugno 2014 - Riduzione dei tempi e dimezzamento dell’arretrato nella giustizia civile, riforma del Csm, falso in bilancio e autoriciclaggio contro la criminalità economica, accelerazione del processo penale e riforma della prescrizione, revisione delle intercettazioni bilanciando diritto all’informazione e tutela della privacy. Dodici punti per riformare la giustizia in Italia: la cornice disegnata da Matteo Renzi a Palazzo Chigi e dal ministro della Giustizia Andrea Orlando nel Consiglio dei ministri di oggi. Dodici punti che nei prossimi mesi saranno sottoposti a una consultazione.

"La nostra scommessa è che si possa discutere di giustizia in modo non ideologico. Sono vent’anni che sulla giustizia si litiga senza discutere”, dice il capo dell'esecutivo, “vorremo discutere di giustizia senza litigare”. Il Governo si mostra deciso a procedere nella ‘rivoluzione’, non con i carri armati, ma con il bisturi. “Saranno a disposizione i disegni di legge per chi li vuole cambiare o modificare - dice Renzi - C’è una trasparenza totale, li approviamo il 1 settembre".

I PUNTI - Ecco l’elenco illustrato al termine del Consiglio dal premier: 1) giustizia civile: riduzione dei tempi. Un anno in primo grado; 2) giustizia civile: dimezzamento dell’arretrato; 3) corsia preferenziale per le imprese e le famiglie; 4) Csm: più carriera per merito e non grazie alla ‘appartenenza’; 5) Csm: chi giudica non nomina, chi nomina non giudica; 6) responsabilità civile dei magistrati sul modello europeo; 7) riforma del disciplinare della magistrature amministrative speciali (amministrativa e contabile); 8) norme contro la criminalità economica (falso in bilancio, autoriciclaggio); 9) accelerazione del processo penale e riforma della prescrizione; 10) intercettazioni (diritto all’informazione e tutela della privacy); 11) informatizzazione integrale del sistema giudiziario; 12) riqualificazione del personale amministrativo.

IL COMMENTO DEL PREMIER - "Il processo civile dovrà durare un anno. La scommessa dei mille giorni sarà questa. Alla fine avremo un processo civile anche con un dimezzamento dell’arretrato", osserva il presidente del Consiglio. L’altro punto qualificante della riforma riguarda la carriera dei magistrati: "Vogliamo che un giudice faccia carriera, diventi capo della procura o dell’ufficio, non perche’ fa parte di questa o quella corrente”, ha sottolineato ancora Renzi: “Ci inchiniamo alla indipendenza della magistratura, che è un principio sacrosanto":

"All’indipendenza della magistratura, non alla magistratura. Noi non siamo contro le correnti in magistratura, hanno portato a discussioni sul diritto e nascono da una politica con la P maiuscola. Ma non si puo’ far carriera perche’ si fa parte di una corrente”. La prescrizione “sta a cuore al governo”, ha ribadito il premier che giudica non degno di un Paese civile un sistema in cui si rinuncia a giudicare quando trascorre troppo tempo dal reato commesso. Altro tema spinoso è quello delle intercettazioni: in questo il governo è totalmente aperto alla discussione. Di più: chiede anche ai direttori dei giornali di intervenire. Il punto più delicato riguarda il rispetto della privacy delle persone coinvolte, quindi la pubblicazione delle intercettazioni. Si chiede il premier, e chiede a magistrati e giornalisti, quando sia lecito pubblicare i tabulati, se sia concepibile la pubblicazione di conversazioni che attengono alla sfera privata anche quando queste poco o nulla hanno a che fare con i reati di cui si parla. “Per noi un magistrato deve essere libero di intercettare, ma dov’e’ il limite alla pubblicazione delle intercettazioni. Nessuno vuole bloccare le intercettazioni, ma talvolta l’utilizzo delle intercettazioni” va rivisto, osserva Renzi.