Roma 29 gennaio 2014 - Ghigliottina all’esame del decreto Imu-Bankitalia. E' stata applicata su decisione del presidente della Camera Laura Boldrini. E’ la prima volta che accade nella storia repubblicana. Ecco di cosa si tratta. 

LA STORIA - La ghigliottina è una misura che non esiste nei regolamenti parlamentari, e che finora è stata solo “minacciata”, tre volte: nella XIII legislatura da Luciano Violante nella seduta dell’11 maggio 2000; nella XIV legislatura da Pier Ferdinando Casini, nella seduta del 23 luglio 2003; nella XVI legislatura da Gianfranco Fini nella seduta del 30 settembre 2009.

COME FUNZIONA -  Con il termine “ghigliottina” s’intende la scadenza oltre la quale il presidente dell’Assemblea mette comunque ai voti l’oggetto della discussione. A prescindere da dove si sia arrivati con l’esame.
Nel Parlamento italiano non c’è una norma che preveda espressamente questa minura o attribuisca alle presidenze delle Camere i poteri per farla scattare. E’ previsto, invece, il contingentamento dei tempi d’esame di un provvedimento. Il che significa che esauriti i tempi prefissati si passa direttamente ai voti rimanenti senza più discussione.
Ma mentre al Senato la regola del contingentamento è generalizzata e quindi, sostanzialmente, include la possibilità di “ghigliottinare” il dibattito, alla Camera, la vicenda è più complessa. Durante la presidenza Violante si pose il tema se - sui decreti-legge - potesse configurarsi o meno il tema della “ghigliottina” distinto dal “contingentamento”. Ci si domandò, insomma, se, all’approssimarsi della scadenza dei 60 giorni (entro cui da Costituzione il decreto dovrebbe essere convertito) la Presidenza, a prescindere dal previo contingentamento della discussione, potesse mettere ai voti il disegno di legge di conversione. E la risposta che venne data, sia durante la presidenza Violante, sia durante quella di Casini, fu affermativa. Ma nessuno fino ad oggi aveva applicato la regola.