Roma, 16 settembre 2013 - L'uscita di ieri sera di Renzi - "Se andiamo al voto asfaltiamo il Pdl" - non è piaciuta affatto agli uomini di Berlusconi, sia falchi che colombe. La tesi degli esponenti Pdl è, in sostanza, quella che il Pd vorrebbe in realtà tornare alle elezioni.  E le battute sull'asfaltatore si sprecano.

Il botta e risposta  giunge a soli due giorni dalla riunione della Giunta del Senato che dovrà votare sulla decadenza di Silvio Berlusconi. “Io asfaltatore? Negli ultimi quattro anni ho già asfaltato 132 km di strade a Firenze, quindi non cambierei lavoro, eventualmente lo continuo” ironizza Matteo Renzi da Milano. 

SANTANCHE' - “Finalmente Renzi è venuto allo scoperto. Vuole le elezioni subito e promette di asfaltare il Pdl. Vediamo cosa ne pensano gli italiani. Silvio Berlusconi ha dalla sua parte la forza delle verità, la concretezza dei fatti e l’innovazione di idee messe al servizio del Paese”, ha ribadito Daniela Santanchè, del Pdl.

CICCHITTO - “E' evidente che il sogno di Renzi è quello della caduta del governo e di elezioni anticipate. Ora Renzi cambia mestiere: da rottamatore ad asfaltista. Ma Renzi non deve mai dimenticare un vecchio proverbio che adattiamo ai tempi: ‘Venne per asfaltare e fu asfaltato’...”, afferma il presidente Pdl della commissione Esteri della Camera Fabrizio Cicchitto.

“Su questo piano le varianti sono pressochè infinite ma gli auguriamo di non ritrovarsi fra qualche mese anche lui a smacchiare i leopardi.Prendiamo atto del fatto che per vincere le primarie quale che sia la carica per la quale esse saranno convocate, Renzi ormai scavalca tutti a sinistra. Dopodiche adesso ci troviamo di fronte ad una sorta di Fregoli e solo dopo che egli avrà conquistato una delle cariche in palio, sapremo quali sono i suoi veri programmi e la sua linea politica reale. Quanto ai suoi propositi liquidatori nei nostri confronti - ha detto ancora Cicchitto- gli ricordiamo che ad essere troppo sommari, si rischia di essere superficiali”.

SCHIFANI - “Avevamo ragione. Al di là delle dichiarazioni di facciata del suo segretario Epifani, le parole di Renzi confermano che il Pd vuole il voto più di ogni altra cosa. Questo spiega i ritmi impressi alla Giunta fuori da ogni prassi consolidata e la presa di posizione del Pd sulle modifiche alle regole del voto segreto. Tanto accanimento politico nei confronti del nostro leader ha un solo obiettivo per il Partito democratico: andare alle urne il prima possibile. E Renzi lo ha fatto capire chiaramente”, ha detto il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.

BERNINI - “Renzi si è finalmente tradito, s’illude di smacchiare Berlusconi e asfaltarne gli elettori. Si è tolto la maschera del moderato per mostrare il suo vero volto, quello dell’ambizione e della brama di potere, con l’obiettivo di fare saltare il governo Letta e di portare il Paese ad elezioni anticipate. La verità è che è inguaribilmente affetto dalla sindrome Occhetto. La sindrome di una sinistra che ogni volta crede di vincere facile ed è poi umiliata dal voto. Ma la gioiosa ruspa da guerra di Renzi otterrà lo stesso effetto dei suoi sfortunati predecessori”, dice Anna Maria Bernini, senatrice e Portavoce vicario del Pdl.

MATTEOLI - “Un giorno rottama, l’altro vuole asfaltare. Gli slogan e le battute non gli mancano. Non si è capito, però, se Renzi vuole prendere in mano le redini del Pd o se crede di dirigere un’impresa di movimento terra e costruzioni. Di sicuro il sindaco di Firenze brama dalla voglia di votare subito per far fuori in un sol colpo Letta e quanti nel Pd si oppongono alla presunta novità politica che lui vorrebbe rappresentare”, dichiara il senatore del Pdl Altero Matteoli.

VENDOLA: AVRA' BISOGNO DI NOI - “Anche Renzi avrà bisogno di un partito come il nostro”, ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, {{WIKILINK}}Nichi Vendola{{/WIKILINK}}, intervenendo in diretta a Rainews24 dagli studi della Fiera del Levante, a Bari. “Ovviamente - ha affermato - mi rendo conto che l’ascesa di Matteo Renzi cambia la natura del Partito democratico, e questo fa di Sinistra, ecologia e libertà, cioè di un presidio moderno di riformismo audace della sinistra, un alleato prezioso”. “Un codice di lealtà - ha aggiunto - implica che chiunque vinca venga poi sostenuto dagli altri: ha vinto Bersani le primarie - ha concluso - e ho sostenuto lealmente Bersani. Se le avesse vinto Matteo Renzi, avrei sostenuto lealmente Matteo Renzi”.