Roma 12 maggio 2013 -  Il giorno dopo le tensioni e i fischi per la manifestazione del Pdl a Brescia contro le toghe, il partito di Silvio Berlusconi va all'attacco. E la giornata mantiene il profilo di un continuo botta e risposta polemico.

"Appaiono sconcertanti e inconsistenti le polemiche di queste ore a proposito della manifestazione di ieri del Popolo della Libertà a Brescia". E' quanto si legge in una nota del Coordinamento del Popolo della Libertà. Acessissime sono state le polemiche soprattutto per la partecipazione del ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

"La manifestazione, convocata da tempo, a sostegno del candidato sindaco Paroli (che tra l'altro è intervenuto dal palco, contrariamente a quanto avvenuto per altro gente di eventi pubblici) rientra nella normale campagna elettorale per le elezioni amministrative, e sarà seguita da eventi analoghi, in altre città, da qui al voto di fine mese. Non e' un caso, inoltre, che il titolo dell'evento fosse: "Per Paroli sindaco".

"E' assolutamente normale che a manifestazioni di questo tipo partecipino il Presidente del partito, il Segretario, i dirigenti nazionali - si legge ancora nella nota del Pdl - Ed e' addirittura ovvio che chi interviene svolga considerazioni e valutazioni sull'attualità politica nazionale, com'e' avvenuto in tutti gli altri precedenti comizi, senza che peraltro nessuno si fosse sognato di battezzarli contro qualcosa o qualcuno. Accade cosi' in tutte le democrazie del mondo". "Che qualcuno, in Italia, trovi spunti per polemiche senza fondamento appare letteralmente surreale", conclude la nota.

Duro anche l'intervento di Fabrizio Cicchitto. "L'Associazione Nazionale Magistrati ha confermato di essere un soggetto politico che interviene sistematicamente in ogni polemica ritenendo che questa sia la sua vera missione, vista anche l'estrema politicizzazione di un settore dei suoi associati". Lo dichiara, in una nota, Fabrizio Cicchitto.

Per l'esponente Pdl, "in questo quadro sono ancora piu' inaccettabili le polemiche sulla presenza a Brescia di Angelino Alfano quasi che egli non sia vicepresidente del Consiglio in rappresentanza del Pdl che ha tutto il diritto di fare manifestazioni sulla politica economica e sociale,sulla politica della giustizia,sulle prossime elezioni comunali. Piuttosto, chi attacca Alfano, tace invece sull'attacco squadrista alla manifestazione di Brescia da parte di centri sociali e di Grillini - prosegue Cicchitto - Oramai, tenendo anche conto di altri incidenti e provocazioni avvenute a Roma, c'e' un uso irresponsabile della rete con aggressioni anche personali alle persone che tendono poi a tradursi anche in aggressioni fisiche".

"Su questo terreno non c'e'solo l'ambiguità dei centri sociali ma anche l'ambiguità di Grillo che quotidianamente pronuncia parole e invettive che sono come pietre e che rischiano di tradursi in un incitamento alla violenza", conclude.

Altri esponenti del Pdl intervengono per ribadire in sostanza questi concetti come Maria Stella Gelmini.

Il Pd però ribadisce il suo giudizio negativo sulla partecipazione di Alfano e lo fa con il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza per il quale ''è stata inopportuna la manifestazione del Pdl di ieri a Brescià'. E il responsabile economico Stefano Fassina: "Non cambio idea. Mi pare che sia davanti agli occhi di tutti la gravità. Questa manifestazione complica i rapporti".

E a stretto giro di posta arriva la replcia del presidente dei deputati pidiellino, Renato Brunetta. "Al viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, e al capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, Roberto Speranza ricordiamo le regole della democrazia e della legge italiana. Ogni partito ha il diritto di
fare manifestazioni, ancor piu' se in campagna elettorale, come lo è il Pdl a Brescia in questi giorni''. ''Allo stesso tempo ogni partito - prosegue Brunetta - ha il diritto a non vedere le proprie manifestazioni disturbate, interrotte, osteggiate da violenti e da gente che non ha nulla a che vedere con le regole della democrazia che citavo poc'anzi. Non vorremmo, e faremo in modo che non accada mai, che alle loro manifestazioni o ai loro congressi possa mai succedere quello che e' avvenuto ieri nella piazza di Brescia".

Brunetta poi chiama in causa la presidente della Camera Laura Boldrini e il leader di Sel Nichi Vendola, chedendo loro di condannare le contestazioni di Brescia a Berlusconi o di dimettersi. "Mi rivolgo a voi, presidenti Boldrini e Vendola, come autorità istituzionali e nello stesso tempo massime figure politiche di Sinistra Ecologia e Libertà - si legge in un comunicato di Brunetta - Ieri a Brescia, i teppisti, che
hanno cercato di impedire in piazza la libertà di manifestazione politica del Pdl, erano radunati intorno a numerose bandiere rosse del Sel, come documentato dalle immagini televisive".

"Ci sono due possibili interpretazioni del fatto. O quelle bandiere erano state rubate. Ed in quel caso vi corre l'obbligo di denunciare il furto materiale e soprattutto quello di identità da voi subito. Oppure quei drappi
erano legittimamente sventolati da militanti del vostro partito. In questo caso è grave e pericoloso il protrarsi del silenzio della terza autorità della Repubblica e del presidente di una Regione. Non può durare un secondo di più la vostra afasia, che equivarrebbe ad un osceno giustificazionismo della violenza politica e configurerebbe l'apologia reato".

Ed ecco la controreplica di Sel: "L'onorevole Brunetta, puo' stare tranquillo: non c'e' bisogno dei suoi comunicati domenicali per stabilire da che parte sta Sinistra Ecologia Libertà. Brunetta non troverà mai Sel tra i violenti: il nostro dissenso si è sempre espresso e si esprimerà in forme nonviolente e democratiche". Sinistra Ecologia Libertà affida al coordinatore della segreteria nazionale onorevole Francesco Ferrara, la replica a Renato Brunetta.

E si fa viva Anna Maria Bernini che se la prende con il capogruppo grillino Vito Crimi: ''Le dichiarazioni fatte dal capogruppo del M5S Vito Crimi nel corso della trasmissione 'In mezz'orà, secondo cui l'unica aggressione di ieri a Brescia sarebbe quella di Silvio Berlusconi verso la magistratura e non i calci, i pugni, le ferite e le intimidazioni di facinorosi aizzati dal movimento di Crimi e dall'estrema sinistra, sono semplicemente vergognose''.

GRILLO - Si fa vivo anche il Movimento 5 Stelle sul blog di Beppe Grillo. "Nei vicoli che portavano alla piazza del Duomo di Brescia sono sfilati ieri, insieme e contrapposte, la meglio gioventù e la vecchiezza della Repubblica. Maglioncini girocollo, pullover, cravatte e occhialini sul petto, capelli bianchi e pantaloni comodi dei pensionati si mescolavano con magliette, rasta, felpe, barbe incolte, bandiere multicolori di disoccupati, studenti, precari. I due gruppi erano impermeabili come l'olio con l'acqua. Vasi incomunicanti. Due salti generazionali, un abisso. Nipoti e nonni. Negli occhi delle persone anziane che si apprestavano al palco ad ascoltare i deliri di un vecchio di quasi ottant'anni c'era stupore, meraviglia. Non capivano le urla e la rabbia dei ragazzi. Per loro era normale che un condannato a quattro anni per frode fiscale attaccasse pubblicamente la magistratura scortato dal ministro degli Interni. Una scena sudamericana nella città della strage di piazza della Loggia - continua il post - Per i ragazzi era uno sfregio, una provocazione. Per gli anziani rappresentava la normalità, quella conclamata ogni giorno dalle televisioni, il loro filtro faustiano di eterna giovinezza. Lo smarrimento nei confronti della protesta era autentico".

EPIFANI - E sulla manifestazione di Brescia è intervenuto anche il neo segretario del Pd, Guglielmo Epifani. Silvio Berlusconi, "nel momento in cui si assume una responsabilità di governo" non fa altro che "mettere in continuazione delle micce accese sotto il governo", ha spiegato al Tg1. Per il leader dei democratici il Cavaliere sbaglia ad assumere un atteggiamento che denuncia "debolezza, non forza".

Analogo ragionamento per la manifestazione di Brescia, "indetta per una campagna elettorale e poi trasformata in una manifestazione contro la magistratura e le sentenze. In democrazia questo non si fa e se si chiamano a farne parte esponenti del governo - incalza Epifani - si corre il rischio di mettere un’istituzione dello Stato contro l’altra. Anche qui, una debolezza non una forza".

ALFANO - In serata, dall'Abbazia di Spineto dove si trova in ritiro con il governo, è giunto anche il commento di Angelino Alfano. "Il Pdl non abbassa la sua bandiera, non appiattisce le sue politiche e resta accanto al suo leader Berlusconi", ha dichiarato la sua portavoce Danila Subranni sebbene il vicepremier abbia concordato con il premier Letta che fino alle elezioni ammministrative i componenti del governo non partecipareranno a manifestazioni elettorali o dibattiti televisivi che non siano incentrati sui lavori del governo o sulle competenze dei rispettivi dicasteri.

LETTA - Netta, invece, la condanna di Enrico Letta, per il quale quanto è successo a Brescia "è inaccettabile e non si può più ripetere perché le ricadute negative sul Governo sono superiori alla capacità di tenuta dell’Esecutivo". A riferirlo è stato il portavoce Gianmarco Trevisi.  "Come aveva detto il premier Letta - ha ricordato Trevisi - che non avrebbe fatto un governo a tutti i costi, così ora l’attività di governo non si prosegue a tutti i costi e bisogna sminare il terreno da possibili elementi di contrasto".

Redazione online