di Marinella Rossi

Milano, 11 ottobre 2012 - Expo e conti da regolare. E il politico eletto, con 4.000 preferenze di natura mafiosa senza le quali sarebbe rimasto fuori stanza al Pirellone, che deve pagare. Parlano fra loro due degli arrestati, Eugenio Costantino e Alessandro Gugliotta, nel blitz contro la zona grigia, politici e ’ndrangheta. Sono i due che controllano e rastrellano preferenze per l’assessore regionale Zambetti in cerca di ri-elezione.

EXPO. "Però, adesso ti faccio un esempio... se Zambetti ci dà un lavoro, o noi gli diciamo: Immo, guarda che c’è quel lavoro, c’è che ce lo devi far dare, adesso tu sai che c’è l’Expo, lui ci può aiutare, e lì guadagniamo tutti noi... Noi dobbiamo dirgli: “Immo noi sappiamo che c’è il bando di questa cosa, lui me l’ha detto chiaro, noi sappiamo che lì si può prendere... lui farà di tutto per farcelo avere... lui ci aiuta non è una persona cattiva a me risponde sempre al telefono quando lo chiamo.... Glielo diciamo, ci devi fare prendere questo lavoro e lui vedrai ce lo farà prendere... e vedi che guadagniamo anche noi anche perché noi le imprese ce le abbiamo, le cooperative ci sono, però lui ha detto anche una cosa, se voi trovate un lavoro segnalatemelo... quindi noi dobbiamo trovare dei lavori e lui ce li fa fare in qualche modo...".

Ma su Immo, detto anche Mimmo, si usano bastone e carota: a fronte del fatto che con scientifica precisione le ndrine riunite gli hanno procurato una pioggia di voti, circa un terzo degli 11.217 ottenuti (500 voti nell’area dei Barbaro-Papalia, e cioè Corsico, Buccinasco e hinterland sud Milano, 700-800 voti nel Magentino e 2500 a Milano grazie all’intervento del fratello dell’ex sondaggista Luigi Crespi, Ambrogio, anche lui arrestato).

IL PIZZINO. Zambetti deve pagare. Le indagini ricostruiscono, anche grazie a intercettazioni in una Bmw che i mafiosi pensano pulita, un quadro preciso delle ultime tre tranche, una di 80 mila e due da 30 mila, che l’assessore versa nel suo stesso studio e dopo alcune pressioni. Costantino a Ciro Simonte: "Hai visto quel pisciaturu (uomo di poco conto, ndr) di Zambetti, come ha pagato... Lo facevamo saltare in aria... Cirù... tu l’avevi letta la lettera che gli hanno mandato? "Sì.. il “pizzino”". Costantino: "No, gli hanno mandato una lettera dopo, che quando l’ha letta le orecchie gli si sono “incriccate” così. Gli hanno fatto la cronistoria di come sono... come sono iniziate le cose, di come erano i patti e di come andava a finire, quindi.. si è messo a piangere... davanti a me e a zio Pino".

E oltre al pizzino rivelatore ci sono i video: "Costantino: "Noi avevano fatto una cosa per “incastrarlo” a Zambetti, quando abbiamo fatto la festa a Magenta, noi a Zambetti l’abbiamo fotografato con Pino (lo ndranghetista Giuseppe D’Agostino, ndr), giusto per avere una prova".

LE CENE. Perché quando la ’ndrangheta si muove non lo fa a caso, a sentire lo stesso Costantino che parla con un’amica di spese per cene elettorali: "Ho organizzato forse duecento cene fino adesso... io sto facendo parecchie campagne elettorali... e mi sono scelto i più belli locali di Milano". "Oh, l’assessore che gli abbiamo fatto noi la campagna elettorale, hanno speso più di quattro milioni di euro, mamma mia, quattro milioni di euro". E all’amica che gli chiede chi abbia pagato quegli eventi per le campagne elettorali che lui organizza, risponde: "Gli investitori, allora un po’ il partito diciamo se è la sinistra, un po’ la sinistra se è il Pdl ... noi chi li paga, siamo noi contribuenti".