Roma, 26 settembre 2012  - L’effetto Lazio che, dopo lo scandalo Fiorito, spinge i presidenti delle Regioni a interrogarsi, quanto meno, sul sistema dei finanziamenti ai gruppi. Al termine di una lunga riunione, oltre quattro ore di conclave, il presidente Vasco Errani dichiara di aver approntato insieme ai colleghi un piano forte, drastico addirittura, che è stato presentato prima al presidente della Repubblica e poi al Governo..

IL PIANO DEI GOVERNATORI - Un taglio drastico ed omogeneo al numero dei consiglieri regionali in tutta Italia: oltre 300 onorevoli in meno. E’ uno dei punti salienti del piano tagli concordato dalle Regioni e portato all’attenzione del governo.

Assieme a questo la riduzione “netta e significativa” di tutti i costi della politica; un’azione di trasparenza dei dati relativi ai costi di funzionamento delle Istituzioni e dei gruppi consiliari; l’attivazione di procedure di controllo attraverso la Corte dei Conti anche per quelle spese connesse ai costi della politica, oggi ancora non sottoposte ad alcuna forma di controllo.

Lo strumento normativo per attuare tutto questo, è l’idea dei presidenti, è quello di un “provvedimento legislativo concordato urgente” tale da assicurare che la norma venga emanata entro la prossima settimana. Le regioni che non recepiranno il provvedimento andranno incontro a pesanti sanzioni in termini di minori trasferimenti da parte dello Stato.
 

LE SANZIONI - Le Regioni che non recepiranno il provvedimento previsto dal piano di tagli ai costi della politica votato all’unanimità andranno incontro a pesanti sanzioni in termini di minori trasferimenti da parte dello Stato, ha spiegato il presidente Vasco Errani al termine dell’incontro con il governo.

LA DELEGAZIONE - La delegazione della Conferenza delle Regioni a Palazzo Chigi per l’incontro con il sottosegretario alla presidenza del consiglio {{WIKILINK}}Antonio Catricalà{{/WIKILINK}} era composta da  {{WIKILINK}}Vasco Errani{{/WIKILINK}},  {{WIKILINK}}Roberto Formigoni{{/WIKILINK}},{{WIKILINK}}Nichi Vendola{{/WIKILINK}}, {{WIKILINK}}Renata Polverini{{/WIKILINK}}, {{WIKILINK}}Giuseppe Scopelliti{{/WIKILINK}},  {{WIKILINK}}Enrico Rossi{{/WIKILINK}}, {{WIKILINK}}Vito De Filippo {{/WIKILINK}}e  {{WIKILINK}}Catiuscia Marini {{/WIKILINK}}. I governatori erano stati prima al Quirinale per illustrare i dettagli della proposta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

MODELLO EMILIA - Errani ha ottenuto l’assenso dei governatori su una proposta che prende le mosse da quella votata dall’Emilia Romagna. I presidenti hanno discusso oggi dei costi dei gruppi, ragionando anche su un tetto massimo per gli stipendi dei governatori, dei consiglieri e degli assessori.

L’ipotesi a cui si lavora col governo è quellà di ‘costi standard delle istituzioni’, una sorta di ‘Maastricht’ delle Regioni italiane. L’Emilia Romagna ha deciso la riduzione dei budget del 30%, una quota che nella media nazionale potrebbe anche salire. E ha individuato un fondo unico per tutti i gruppi consiliari, azzerando le spese di rappresentanza: le altre (quelle strettamente istituzionali) saranno pubblicate online.

NAPOLITANO APPREZZA - Il Presidente della Repubblica, {{WIKILINK}}Giorgio Napolitano{{/WIKILINK}}, ha espresso il suo apprezzamento per la sensibilità e la disponibilità così dimostrate dai governatori in un momento particolarmente critico della vita istituzionale del paese.