Roma, 11 aprile 2012 - Il Pdl punta ad una "profonda revisione" del ddl sulla riforma del mercato del lavoro e giudica "sbilanciato" il provvedimento. Domani incontrerà gli imprenditori e poi definirà gli emendamenti da presentare. E' questo l'esito della serrata riunione di partito andata in scena oggi in via dell'Umiltà con la partecipazione dei big del partito: il segretario Alfano, gli ex ministri Brunetta, Sacconi, Romani, Gelmini, i capogruppo di Camera e Senato, Cicchitto e Gasparri, il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Giuliano.
 

'SNELLIRE' - Il Pdl lavora alla riscrittura del ddl nel senso di un profondo snellimento del provvedimento, in particolare rispetto ai temi della flessibilità in entrata e degli ammortizzatori sociali. Nella discussione è emersa grande preoccupazione per lo sbilanciamento complessivo del provvedimento, condizionato da ingessature e rigidità in entrata, e che ha già ricevuto una sostanziale battuta d'arresto nell'esame dei mercati e della stampa internazionale. E' questa la sintesi tirata dal segretario Alfano.
 

'DETASSARE' - Inoltre il Pdl segnala la mancata adozione per il 2012 del decreto interministeriale relativo alla detassazione del salario, sulla base degli accordi sindacali e territoriali in funzione di maggiore efficienza e produttività. I lavoratori - dicono in via dell'Umiltà - hanno già pagato le conseguenze di questo ritardo nei primi mesi dell'anno.
 

IL MINISTRO ABBOZZA - "Il ddl lavoro non è un testo definitivo, può essere migliorato mantenendo l'equilibrio complessivo senza arretramenti - anticipa le mosse dei partiti il ministro Elsa Fornero -. Abbiamo detto che la riforma ha un buon equilibrio e che si può migliorare ma non è interesse del Paese fare operazioni di bilancino all'indietro".
 

PROFILO CONCILIANTE - E a chi le chiede se si potranno introdurre modifiche sulla flessibilità in entrata, come richiesto dalle imprese e dal Pdl, il ministro risponde: "Il Governo non ha la pretesa di sapere tutto. Abbiamo esaminato varie forme di contratto per evitare la possibilità di abusi. Se abbiamo commesso qualche interpretazione poco corretta siamo disponibili a riconoscerlo. Ci va benissimo". E subito distribuisce uno zuccherino anche al centrosinistra sull'articolo più dibattuto: "Il compromesso politico non ha tolto nulla al valore dell'articolo 18. L'impianto è rimasto".
 

TENSIONE COL PREMIER - L'uscita del Pdl sul lavoro, unita alle esternazioni in materia fiscale (a partire dalla richiesta di rateizzazione dell'Imu con l'obiettivo di trasformarla in imposta una tantum) complica il rapporto col Governo e sarà oggetto di un incontro col premier Mario Monti che potrebbe svolgersi già domani.
 

PROGRAMMA LAVORI - La commissione Lavoro del Senato ha calendarizzato il via libera al ddl sul lavoro per il 2 maggio, fissando il termine per la presentazione degli emendamenti alle 12 del 24 aprile. Stasera saranno ascoltati i sindacati e Confindustria, le audizioni proseguirano domani fino alle 19 per poi riprendere lunedì sera e impegnare, con un totale di 25 soggetti auditi, anche tutta la giornata di martedì prossimo. Mercoledì, giovedì e venerdì discussione generale. Se necessario, dice il relatore Maurizio Castro (Pdl) "siamo disponibili a lavorare anche il 25 aprile e il primo maggio".

FATTORE VELOCITA' - E mentre l'Idv promette battaglia al testo Fornero, il Pd sembra condividere l'obiettivo del governo per una rapida approvazione della riforma al Senato: ''Mi auguro che in Parlamento ci sia una discussione stringente perché non c'è tempo da perdere - è l'auspicio del segretario Pierluigi Bersani in replica alla levata di scudi del centrodestra -. Anche noi abbiamo qualche correzione da proporre ma condividiamo con il governo l'esigenza di portare rapidamente in porto la riforma. Basta un ordinario lavoro che il Parlamento può realizzare''.

MARCEGAGLIA: "EMENDAMENTO COMUNE" - La volontà delle imprese è quella di proporre al governo e ai partiti della maggioranza emendamenti comuni per migliorare il ddl di riforma del mercato del lavoro. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, uscendo dalla foresteria di via Veneto al termine della riunione con i rappresentati di Abi, Ania, Alleanza delle cooperative e Rete Impresa Italia.