Roma, 2 febbraio 2012 - Pd, Fli e Idv insorgono contro la Lega e il Pdl. Più cauto l’Udc. I democratici chiedono l’intervento del premier Mario Monti, i dipietristi invitano il Capo dello Stato a riflettere prima di firmare una legge simile. E’ scontro aperto alla Camera dopo il via libera, con voto segreto, dell’emendamento targato Carroccio sulla responsabilità civile dei magistrati. E il governo, per la quinta volta da quando si à insediato a palazzo Chigi, viene battuto in una votazione dopo aver espresso parere negativo. Ma il sottosegretario Antonio Catricalà tranquillizza: il voto di oggi “non porterà problemi alla maggioranza”, e assicura che “la norma verrà modificata al Senato”.

Il ministro Enzo Moavero Milenese, intervenendo in aula, ha assicurato “il fermo impegno del governo ad affrontare la tematica della responsabilità dei magistrati ma nel quadro di una disciplina organica”. Dopo il voto, il Guardasigilli Paola Severino ha auspicato che “ci siano gli spazi per un’ulteriore riflessione sul tema, per riaprire il dialogo e verificare se vi siano soluzioni diverse. Confido - ha aggiunto - che in seconda lettura si possa discutere di come migliorarlo perche’, interventi-spot su questa materia, possono rendere poco armonioso il quadro generale”. Ma è soprattutto la politica a dividersi, e la maggioranza bipartisan che sostiene Monti si spacca, mentre Pdl e Lega tornano a votare uniti, come è successo giorni fa sul ‘caso’ Cosentino.

Difficile, a causa dello scrutinio segreto, fare un calcolo esatto su come hanno votato i vari gruppi: ma stando ai tabulati e incrociando i dati sarebbero circa duecento i deputati della maggioranza che sostiene Monti che hanno votato a favore dell’emendamento leghista. Da qui deriva che anche tra le fila del Pd, Idv e Terzo Polo, nonostante l’annuncio del voto contrario, ci sia chi ha poi votato per il si’ alla responsabilità civile dei magistrati.

Infatti, se si vanno a sommare i voti che sulla carta Pdl, Pd, Terzo polo e Misto sinora hanno assicurato al governo, oggi l’emendamento Pini sarebbe dovuto essere bocciato con 412 voti. Ma i no sono stati circa la metà, ossia 211. E questo nonostante Radicali e Pt abbiano annunciato e poi votato a favore. Infine, c’è da considerare che i banchi del Pdl non erano pieni, e comunque se tutto il Pdl avesse votato compatto con la Lega il risultato sarebbe stato inferiore.

Ed è sul voto trasversale che insiste il Pdl difendendosi dalle accuse del Pd e del Fli: “Gli attacchi sono del tutto ingiustificati: si e’ trattato di un voto libero, dato a scrutinio segreto che ha coinvolto tutti i gruppi parlamentari al di fuori di ogni schema precostituito”, afferma Fabrizio Cicchitto, aggiungendo che “i numeri parlano chiaro: coloro che hanno votato a favore dell’emendamento sulla responsabilita’ civile dei giudici sono molto di piu’ della somma dei deputati presenti in Aula appartenenti da un lato al Pdl e a Popolo e Territorio e dall’altro alla Lega”.

Il capogruppo del Pd punta il dito contro il ‘voltafaccia’ del Pdl: “Il Governo aveva avuto l’impegno del Pdl a votare per la soppressione dell’articolo”, riferisce Dario Franceschini. Quanto avvenuto oggi “è inaccettabile”, tuona il segretario Pierluigi Bersani, ritenendo “necessario subito un chiarimento: il governo ora deve porsi un problema, non puo’ esserci chi lo sostiene con fermezza e lealtà e chi si tiene le mani libere”. Durissima anche la reazione dell’Idv: Antonio Di Pietro parla di una “maggioranza trasversale e piduista”, di una “vendetta della casta contro i magistrati”. E l’ex pm si rivolge a Napolitano invitandolo a tener conto dei profili di incostituzionalita’ della norma approvata. Per Fli è stata scritta “una brutta pagina del Parlamento”. Mentre Pier Ferdinando Casini ritiene la norma “giusta, ma e’ stata messa nel posto sbagliato, non andava inserita in questa sede”.

Arriva anche la netta presa di posizione dell’Anm, che parla di “forma intimidatoria e di vendetta verso il libero esercizio della funzione di giudice”, nonché di “un ennesimo tentativo di risentimento e di ritorsione” nei confronti della magistratura. Replicano i pidiellini Crosetto e Mantovano: “non vi e’ stata ne’ intimidazione ne’ aggressione ai magistrati. Nel merito, vi è stata l’affermazione di un principio di giustizia: ciascuno risponde, anche civilmente, dei propri consapevoli errori”.