Roma, 14 gennaio 2011 - Liberalizzazioni: fronte caldo. Anzi, caldissimo. Il governo prova a ad allentare la morsa delle reazioni grandangolari e negative delle categorie nel mirino. Il guardasigilli Paola Severino ha convocato per lunedì prossimo, 16 gennaio, alle 16.30, presso la sede del Dicastero di via Arenula, gli ordini professionali vigilati dal ministero della Giustizia. Si tratta - si legge in una nota del ministero - dei rappresentanti di 20 ordini: avvocati, ingegneri, geometri, notai e, tra gli altri, giornalisti. E il giorno dopo, il 17, sarà la volta dei taxisti ad essere chiamati al confronto: saranno ricevuti alle 18 dal segretario generale della Presidenza del Consiglio, Manlio Strano. E' la notizia a più largo impatto della giornata politica in un Palazzo dove ormai anche il sabato è giorno d'ufficio. Il segnale di un'accelerazione nella road-map del governo Monti o l'avvio di un effettivo ascolto? 

 

INCOGNITA FARMACI - Nel dubbio, il Pd suona l'altolà sulla liberalizzazione che riguarda le farmacie. Il punto di partenza, secondo Bersani, dovrebbe essere ''il senso comune dei cittadini''. ''E' successo che la gente ha visto la riforma della pensione, un aumento di tasse di vario genere, della benzina, ha visto cosa costa il gas, sa cosa paga i medicinali, poi ci sono enne altre cose. Vedo già all'orizzonte una cosa su cui non saremo d'accordo se sarà così -  anticipa il segretario -. Sulla questione dei farmaci il problema è aprire un mercato concorrenziale liberalizzando via via prodotti, farmaci e non di aggiungere qualche posto a tavola ai monopolisti''.

 

MANIFESTO UNITARIO -  Anche gli avvocati, che evidentemente non vedono nella collega Severino una sponda 'sicura', sono i primi a suonare la grancassa delle preoccupazioni. La riunione plenaria, a Roma di Ordini, Unioni forensi, Cassa forense, Oua, Unione camere penali, l'Aiga (giovani avvocati), Unione Camere civili, Associazione camere minorili, Associazione giuslavoristi, si è chiusa con la stesura di un "manifesto unitario dell'Avvocatura" e la mobilitazione "responsabile e unitaria" per segnalare al Governo e ai cittadini "i rischi di una liberalizzazione che smantella i principi fondamentali della professione di avvocato, che proteggono i diritti dei cittadini". "Su temi così delicati, che riguardano i diritti dei cittadini, la tenuta del sistema democratico, il corretto funzionamento dell'amministrazione della giustizia, è necessario un processo di confronto con il Governo sulle iniziative di riforma della giustizia e di liberalizzazione delle professioni - ha detto in avvio di consesso il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa -. L'avvocatura è disponibile a individuare in tempi rapidi le soluzioni più efficaci per migliorare l'efficienza della giustizia e per varare la riforma della professione forense".

 

INNOVAZIONE? SI', GRAZIE - Tra le proposte avanzate, un sistema alternativo di risoluzione stragiudiziale affidato agli avvocati che "garantisce tempi più rapidi e sicurezza giuridica". Per esempio "aggredire l'arretrato civile con il coinvolgimento attivo degli avvocati con adeguata esperienza e ragionevole affidabilità, selezionati dai Consigli dell'Ordine di appartenenza, che sarebbero chiamati a decidere talune specifiche controversie indicate dai Presidenti dei Tribunali". Secondo gli avvocati, poi, si possono "ridurre i tempi di redazione delle sentenze, creando uno staff di giuristi che affianca il magistrato nella fase che precede la sentenza attraverso la ricostruzione dell'iter processuale svoltosi fino a quel momento". Ed è possibile "rendere operativo il processo telematico con investimenti seri di risorse economiche e tecniche". Così come si può prevedere "un alleggerimento delle procedure delle Corti d'appello, ridisegnando la competenza funzionale".

 

QUESTIONE DI METODO - "Finora - lamentano gli avvocati - il Governo ha agito con un metodo inaccettabile, introducendo in rapida successione norme che nella loro formulazione rendono incerto un quadro che nelle intenzioni dell'esecutivo avrebbe dovuto essere invece semplificato. L'avvocatura ha proposte utili e efficaci da fare, non solo per rafforzare la qualificazione della professione ma anche per rilanciare l'efficienza del sistema giudiziario, questa sì una questione di democrazia". Nel mirino: provvedimenti ispirati "solo a criteri economici" con una "pericolosa indifferenza per i valori giuridici", con "uso strumentale del diritto comunitario". Temi che il presidente del Cnf affronterà nel suo discorso alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione, denunciando appunto "il disagio dell'avvocatura e i rischi per la tutela dei diritti dei cittadini". Gli avvocati diserteranno invece le cerimonie nei distretti di Corte d'appello, il 28 gennaio, organizzando contro-manifestazioni il giorno prima.

 

DIALOGO CON TUTTI - E il problema del metodo non lascia indifferente neppure la politica. Piero Fassino, sindaco di Torino ed esponente di primo piano del Pd, lo dice chiaramente: "La cosa migliore è che il governo si apra al confronto con i tassisti''. Poi Fassino apre il grandandolo e suggerisce a Monti: ''Credo che la cosa migliore - ha aggiunto a Milano - sia rendere evidenti gli obiettivi di risanamento del debito, aumento dell'efficacia dei servizi e della crescita economica. Se si rendono chiari gli obiettivi - ha concluso - molte asprezze di queste ore possono essere superate''.

 

BOMBA TAXI - La convocazione per martedì 17 gennaio a Palazzo Chigi attenua sono in parte la rabbia della categoria. Dopo la paralisi di ieri, è tornato regolare il servizio taxi nell'aeroporto di Fiumicino, mentre la protesta resta infuocata a Torino, Napoli e Milano. La Cisl, pur comprenendo il disagio dei cittadini, richiama all'attenzione dell'opinione pubblica il fatto che le assemblee spesso spostanee di questi giorni traggono la più ampia legittimazione dallo Statuto dei lavoratori. "E se le liberalizzazioni delle licenze dei taxi fossero veramente una truffa per i lavoratori e per i consumatori, perché, eliminando le regole, i poteri forti, in agguato come squali finanziari, salterebbero fuori con l'immensa capacità monetaria disponibile per fare man bassa in ogni settore, trasporti compresi?", si chiede Domenico Scilipoti, segretario politico del Movimento di Responsabilità Nazionale. "Molto probabilmente, non appena saranno liberalizzate le licenze dei taxi, i prezzi delle corse aumenteranno sensibilmente - continua Scilipoti - e il governo deve fare di tutto per assicurare il mantenimento di regole certe e garantire ai lavoratori del settore una certezza economica, evitando una guerra tra poveri. Io sono completamente contrario alla liberalizzazione delle licenze dei taxi e a favore della corretta regolamentazione, perché sulle spalle di gente che lavora onestamente non si possono e non si debbono fare giochi economici". Per il Pd si lascia sfuggire una battuta Massimo D'Alema: "Non ce l'ho con i taxisti, ma non è normale che in un Paese civile un servizio pubblico venga gestito in maniera medievale''.

 

BENZINA SU - ''La proposta di riforma del settore carburanti di Monti non fa che aumentare i prezzi e colpisce le pompe bianche, l'opposto di quello che si dovrebbe fare'', dichiara Stefano Saglia, deputato Pdl, in merito alle indiscrezioni trapelate in questi giorni sull'ipotesi di riforma a cui lavora il Governo Monti. ''Se la compagnia deve vendere al gestore l'impianto - continua il deputato - quest'ultimo dovrà indebitarsi per comprarlo o affittarlo e quindi scaricherà gli interessi sul prezzo finale. Meglio applicare l'art. 28 della manovra di luglio che, inoltre, è perfettamente in linea con le indicazioni date qualche giorno fa dall'Antitrust''. Assopetroli-Assoenergia rinnova le sue critiche alle bozze in circolazione, ma dà atto di un primo cambio di rotta: "Apprendiamo con favore dalla stampa di oggi che il Ministro Passera avrebbe convenuto di ritoccare una parte del pacchetto carburanti, inserito nel testo delle liberalizzazioni, con un lavoro di equipe tra lo stesso Ministro, il sottosegretario De Vincenti e il Vice Ministro dell'Economia Grilli, al fine di sfumare gli aspetti più delicati: il contratto di esclusiva nella vendita dei carburanti che regolamenta i rapporti tra proprietario del punto vendita ed il gestore, e la vendita forzosa degli impianti che, così come concepita, offrirebbe a prezzi di saldo, non si sa a favore di chi, una specie di diritto di riscatto erga omnes che difficilmente andrebbe a vantaggio del gestore dell’impianto ma rischierebbe di suscitare gli appetiti di soggetti che dispongono di grandi liquidità da 'sistemare' " sottoliena il presidente Franco Ferrari Aggradi.

 

RETE GAS - "Al di là di ogni altra considerazione, il declassamento dell'Italia da parte delle agenzie di rating e le sue motivazioni rendono ancora più urgente l'azione di riforma strutturale messa in campo dal governo Monti, di cui il decreto sulle liberalizzazioni rappresenta uno snodo essenziale - sottolinea il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova -. Bisogna avere il coraggio di aprire tutti i grandi dossier in cantiere, a partire dal comparto dei servizi pubblici e delle utilities". Con Fli e il Terzo Polo - prosegue Della Vedova - "abbiamo offerto al governo la nostra piena disponibilità a discutere della separazione proprietaria della rete del gas dall'Eni". La creazione di un gestore indipendente, sulla falsariga di quanto fatto con Terna nell'energia elettrica "assicurerebbe la parità di accesso alla rete a tutti gli operatori, con benefici concreti in termini di prezzo al consumo per le famiglie e le imprese, senza per questo danneggiare l'operatività e la mission dell'Eni". Se lo scenario nel settore del gas "è la graduale integrazione delle reti europee - conclude l'esponente di Fli - una società italiana della rete assicurerebbe all'Italia una posizione di vantaggio comparato".
 

 

CRONO DECISIVO - Ma c'è anche ci applaude. In parlamento e fuori. ''Ieri abbiamo detto al presidente Monti che sosteniamo liberalizzazioni degne di questo nome, incisive sullo smantellamento degli autentici colli di bottiglia,fatte con un metodo simile a quello adottato per la riforma del mercato del lavoro'' annuncia il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Sì alle liberalizzazioni e a tutto ciò che va nella direzione di "promuovere le capacità di rischio e battere le rendite". Però "la nostra proposta al Governo è 'cominciate da tutti insieme', così evitiamo di trovarci a discutere del 'cominciate prima da lui' ", suggerisce Giuliano Poletti, presidente di Legacoop. "Se l'obiettivo è battere le rendite per promuovere le capacità, le competenze e la volontà di rischio, noi siamo d'accordo. Per Legacoop è un bene tutto ciò che va nella direzione di ridurre i vincoli e anche le regole che vengono vissute come piccole protezioni per garantire piccole, o grandi, rendite", cosicché "la capacità di competere possa esprimersi al meglio" e si crei "un ambiente più aperto, più dinamico e piu' competitivo". Il numero uno di Legacoop dice la sua anche sulla liberalizzazione degli orari per i negozi. Prima di tutto Poletti dice di non capire "perché una nuova norma deve essere combattuta perché potrebbe produrre delle chiusure", quando negli ultimi anni "nessuno ha mai fatto scioperi contro le leggi che hanno prodotto la chiusura di decine di migliaia di negozi". Per Poletti occorre "cambiare mentalita' e smetterla di partire dall'idea che le cose vanno meglio se tutti sono costretti a comportarsi allo stesso modo". E aggiunge: "A me sembra così banale che, se facessi l'operatore in quel contesto, preferirei essere libero di scegliermi il modo migliore per far bene il mio mestiere".

 

SPIAGGE SALVE? "Sulla questione della durata delle concessioni balneari l'opzione dei quattro anni e' indispensabile poiché le spiagge e le coste devono essere liberate dal cemento" dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: "La durata delle concessioni a 15 anni, infatti, ha trasformato la maggior parte delle spiagge italiane in distese di cemento, con strutture invasive che impediscono la visibilità, l'accesso al mare e impediscono nei fatti lo sviluppo di un turismo di qualità sul quale il nostro Paese deve puntare. La durata di quattro anni è congrua e permette investimenti sostenibili sul piano ambientale - conclude Bonelli - Sulle spiagge devono essere collocate, come nella stragrande maggioranza dei paesi europei e del mondo, strutture rimovibili che consentano agli esercenti di lavorare offrendo servizi di qualità, senza compromettere definitivamente spiagge e coste con colate di cemento che troppo spesso violano paesaggi di pregio, unici al mondo".