Roma, 3 gennaio 2012 - Si possono tagliare gli stipendi dei parlamentari italiani? Per la Commissione guidata dal presidente Istat Enrico Giovannini, il problema è che i nostri deputati e senatori guadagnano più dei colleghi europei in termini di stipendio però costano di meno in termini di assistenti (i cosiddetti portaborse) e spese aggiuntive. Lo dice il rapporto della Commissione incaricata di studiare la questione, pubblicato sul sito della Funzione pubblica e analizzato oggi da vari quotidiani. Per la Commissione è impossibile fare una media. L’organismo che aveva avuto l’incarico dal governo Berlusconi e dalle presidenze di Camera e Senato, confermato dall’esecutivo Monti, doveva rendere il suo verdetto entro il 31 dicembre e lamenta il poco tempo a disposizione. La media comunque è complessa.

 

LE CIFRE - In Italia l’indennità parlamentare lorda per i deputati è di 11.283 contro i 7.100 euro della Francia, i 2.813 della Spagna, 8.500 nei Paesi Bassi, 7.668 in Germania. A cui si aggiunge in Italia una diaria da 3.500 euro.

Sono però minori le spese accessorie, in particolar modo quelle dei collaboratori: rientrano per i deputati nostrani fra le spese di segreteria e rappresentanza, 3.690 euro al mese. Mentre per esempio in Francia un deputato può spendere fino a 9.100 euro al mese per i collaboratori, in Germania sono pagati dal Parlamento per un totale di 14.700 euro, in Austria sono dipendenti della Camera.


Per la Commissione comunque i dati raccolti sono “del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una utilizzazione ai fini indicati dalla legge”. Insomma insufficienti per capire se e quanto tagliare. Quindi “Nonostante l’impegno profuso e tenendo conto dell’estrema delicatezza del compito ad essa affidato, nonchè delle attese dell’opinione pubblica sui suoi risultati, la Commissione non è in condizione di effettuare il calcolo di nessuna delle medie di riferimento con l’accuratezza richiesta dalla normativa”.


Eppure, scrive Repubblica, ai tagli si pensa anche se le presidenze di Camera e Senato non interverranno sulla voce principale, l’indennità in senso stretto, nè sulla diaria da 3.500 euro. Invece si potrebbe, pare, intervenire proprio sulle spese per collaboratori e portaborse decurtanto quei 3.690 euro mensili di rappresentanza.
E “Libero” oggi titola, “La casta frega pure Monti - Stipendi d’oro salvi”. Si legge nell’editoriale di Franco Bechis: “La commissione (...) ha gettato la spugna” e dopo aver citato le conclusioni: “Tradotto in pratica: mentre tutti gli italiani stanno versando sangue per la Patria bersagliati da nuove tasse, i Dracula che glieli stanno portando via hanno salvato vene e portafogli”.

 

MONTECITORIO NON CI STA: "NETTI PRENDIAMO SOLO 5 MILA EURO"

"LE INDENNITA' SONO SOTTO LA MEDIA" - Le indennità dei deputati risultano inferiori a quelle dei colleghi europei. E’ quanto precisa una nota dell’Ufficio di Presidenza della Camera a proposito del rapporto della Commissione Giovannini. Alcuni numeri dimostrerebbero che in valori netti i deputati italiani prendono cifre non superiori ai colleghi di Francia e Germania. Anzi, l'indennità è leggermente inferiore: nel nostro Paese è di circa 5000 euro (più o meno il 44% del valore lordo) contro i 5030 della Francia, i 5100 della Germania e i 5400 dell’Austria. Inferiore invece nei Paesi Bassi dove l’indennita’ degli onorevoli si ferma a 4600 euro.

“Nella giornata di ieri è stata trasmessa al Presidente della Camera dei deputati dal Presidente della Commissione governativa sul livellamento retributivo Italia-Europa, professor Enrico Giovannini, la Relazione sull`attività e i risultati della Commissione medesima al 31 dicembre 2011. Come correttamente precisato nel documento, a pag. 15, i dati contenuti nella Relazione sono ‘del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge’. Sicché con riguardo alle notizie diffuse in merito dagli organi di stampa alcune precisazioni si impongono ai fini di una compiuta informazione dell`opinione pubblica. Va, innanzitutto, sottolineato che dalla tabella di comparazione contenuta nella Relazione della Commissione - che conferma quanto emerso dallo studio effettuato dagli Uffici della Camera - si ricava che il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato”.

“I dati forniti nella Relazione - nella loro dichiarata provvisorietà e incompletezza - potranno comunque rappresentare un utile elemento di riferimento per le prossime autonome iniziative dei competenti organi parlamentari, volte a rideterminare costi ed emolumenti sostenuti per i deputati italiani, anche con riferimento al regime dei collaboratori”.

 

MATTEO RENZI - Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si racconta al nuovo numero di Max e spiega la sua ricetta contro gli sprechi della casta: “Ai parlamentari - spiega Renzi - darei la stessa cifra che guadagno io come sindaco di una grande città: 4 mila 200 euro al mese, e abolirei ogni finanziamento ai partiti. Oggi fare manifesti elettorali non serve. C`è la Rete”. Infine, una curiosità su Firenze: “Vorrei dare le chiavi della città - dice il sindaco - al creatore di Internet, Tim Berners Lee, e all`ideatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Ci stiamo lavorando”.