Roma, 7 dicembre 2011 - C'è chi l’Ici/Imu la pagherà e chi invece non la pagherà mai. Semplicemente perché c’è chi ufficialmente "non esiste". I catasti provinciali sono spesso poco o male aggiornati, ma loro sono addirittura 'fantasmi'. Fantasmi ma ben visibili a tutti. Anzi, addirittura fotografati dall’alto e, perdipiù, in alta definizione. Stiamo parlando delle 'case fantasma' di cui si conosce tutto, o quasi, ma che sfuggono a qualsiasi rilevazione, e che quindi passeranno indenni tra le maglie del decreto salva-Italia del professor Monti.

L’agenzia del Territorio ha cominciato a lavorare all’operazione 'casa fantasma' nel 2007, ha fotografato tutto il bel Paese (escluse le province autonome di Trento e Bolzano) e, alla fine ha scovato la bella cifra di 2.228.143 particelle catastali in cui ci sono costruzioni che ufficialmente non sono censite. Va subito precisato, però, che all’interno delle particelle le abitazioni vere e proprie sono il 35% del totale, il 29% sono magazzini, il 21% box e il restante 15% è fatto da varie tipologie immobiliari.

Una stima molto prudente conta 700mila 'case fantasma' vere e proprie. Più facile, però, che si superi il milione di unità. Come dire che in Italia esiste un’autentica 'città fantasma' grande tre volte Firenze. Le fotografie da tempo sono state mandate ai Comuni e da questi ai proprietari perché sistemassero la questione. I proprietari hanno avuto tempo fino al 2 maggio scorso per autodenunciarsi. I Comuni dovevano provvedere agli accatastamenti, dopo aver accertato l’esistenza dei requisiti richiesti. A oggi le 'particelle' avviate verso una soluzione sono state 1.065.484, quelle ancora da affrontare sono 1.162.659.

Non tutto, poi, si risolve con l’autodenuncia. Lo prova ciò che è avvenuto con le prime 1.065.484 particelle esaminate. In ben 572.503 casi l’accatastamento non è stato concesso perché mancavano i requisiti necessari. Ne deriva che molte di queste costruzioni (ci sono in piedi migliaia di ricorsi) è probabile che debbano essere abbattute. Un altro problema non da ridere. Tra le rimanenti 492.981 particelle analizzate sono state identificate 560.837 unità immobiliari urbane.

Tutto ciò ha prodotto per i Comuni un incremento di rendite catastali di oltre 415 milioni di euro. Autentiche boccate d’ossigeno per i Comuni in bolletta. L’incredibile è che spesso i Comuni non si sono dati da fare come sarebbe loro interesse. Stando agli ultimi dati dell’Agenzia del Territorio, se il record dell’arretrato è di Crotone (90,9%), a Milano e Verbania (dove, però, le violazioni erano poche) si viaggia sul 70%. A Bologna su 16.662 pratiche ne restano da risolvere 2.698. A Firenze le pratiche erano 16.944 e aspettano una soluzione 6.144.