Bologna, 22 ottobre 2011 - Pienone a Bologna la convention democratica promossa da Pippo Civati e Debora Serracchiani, rispettivamente consigliere regionale della Lombardia ed eurodeputata del Pd. ’Il nostro tempo’ va in scena in piazza Maggiore, sotto un tendone (pieno fin dalle prime battute) con 700 posti a sedere. A dare il via ai lavori è un “duetto” ad alto ritmo tra Serracchiani e Civati, che raccoglie l’entusiasmo della platea: “Resto di sasso davanti a certi personalismi”, “Vado via se cominciamo a litigare il giorno dopo le elezioni” o ”Resto se combattiamo il benedetto conflitto di interessi” alcuni dei messaggi lanciati dai due protagonisti della kermesse.

 

GLI ’OSSERVATORI’ - Presenti sotto il tendone allestito in Piazza Maggiore, la presidente del Pd Rosy Bindi e Ivan Scalfarotto. Entro la fine dell’iniziativa - che si concluderà domani - potrebbero arrivare anche il segretario Pierluigi Bersani e l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che in mattinata ha inviato il suo “in bocca al lupo” agli organizzatori. Pippo Civati ha rinnovato l’invito a Bersani a partecipare. "Se volesse intervenire entro domani all’una lo aspettiamo con affetto", ha detto. Civati ha poi inviato un messaggio anche "all’amico" Matteo Renzi. "Lo salutiamo e gli facciamo gli auguri per la prossima settimana", ha detto.

 

CIVATI: ECCO LE RICHIESTE - Civati e Serracchiani hanno dato il via ai lavori con un ‘duetto’ sul palco citando Fabio Fazio e Roberto Saviano ed elencando le richieste dei quarantenni del Pd. “Primarie per scegliere i parlamentari - ha ricordato il consigliere della Lombardia -, atteggiamento di grande apertura verso le iniziative popolari, anagrafe degli eletti, rendicontazione di cosa si fa, riduzione dei costi della politica, riduzione dei rimborsi elettorali, voglia di dire qualcosa sulla questione morale e la legalità, le diseguaglianza che è la questione fondamentale in un paese dove la ricchezza è sempre peggio distribuita. Insieme c’è una questione totalmente dimenticata dal dibattito politico, anche per colpa di questo governo, che è la questione dell’ambiente, il consumo di suolo, il paesaggio, battaglia che vorremmo portare nella politica istituzionale”.

 

LE IDEE DI DEBORA - "A me non è mai piaciuta la parola ‘rottamatori’ - ha precisato Serracchiani -. In questo momento ci chiedono di ricostruire l’Italia, non di affossarla". Quelli dei quarantenni convocati a Bologna, ha spiegato Debora Serracchiani, sono modi diversi di comunicare ma le idee sono quelle" del Partito democratico. "Noi le mettiamo a disposizione del nostro partito in cui crediamo fermamente - ha aggiunto - ma anche al paese, e l’abbiamo fatto per il partito e con il partito, non stiamo fuori dal partito, anzi vogliamo starci con forza perché pensiamo che possiamo e dobbiamo dare tutti un contributo. Il momento è difficile, ciascuno per i suoi ruoli e le sue competenze deve dare una mano ed è quello che stiamo facendo oggi”.

 

IL PD ROMANO E LA PIAZZA - "E’ la prima volta che forse il partito, quello romano, si rende conto che c’è bisogno di un rapporto costante - ha aggiunto Pippo Civati - di stare sulla piazza, di portare la politica e la proposta nelle piazze, non solo la protesta e l’indignazione, lo facciamo a Bologna che è una città laboratorio, centrale nella storia del centrosinistra, per pensare che il nuovo ulivo di cui parla Bersani sia anche un ulivo nuovo”.

 

LEGGE ELETTORALE - Nell’intervento iniziale i due promotori hanno elencato alcune necessarie riforme, a partire dalla legge elettorale. “Vogliamo che il Pd sia anche movimento - ha spiegato Civati - una casa che ospita il dibattito politico. Abbiamo parlato di referendum, questo cappello che Bersani non vuole mettere. Ci sono tante persone che firmano e si mobilitano. Le vittorie di Milano e Napoli” alle scorse elezioni “sono un altro pezzo di quella cartolina da Bologna che vogliamo mandare a Bersani, non c’è solo quella di Vasto, noi non siamo contrari al centrosinistra classico però vorrei irrobustirlo e dargli un po’ di smalto”.

 

LA PROMESSA - “Io e Renzi non saremo i D’Alema e Veltroni del futuro. Anche perché non sapremmo chi scegliere, chi fa D’Alema e chi Veltroni...’’. E aggiunge: “Io non sono per riproporre polemiche che abbiamo già conosciuto, ci sono Coppi e Bartali e ce ne sono stati a sufficienza nella storia del centrosinistra. Matteo ha deciso di fare da solo, ha detto che non aveva più bisogno di noi, il lavoro di Prossima Italia è proseguito, abbiamo lavorato molto con Debora Serracchiani, siamo una coppia di fatto del centrosinistra, che però è aperta a tutti i contributi”. Nessuna mira per le eventuali primarie per la scelta del candidato premier. “Se c’è Bersani, il Pd vota per Bersani. Invece, se ci saranno primarie alla francese, vedremo come dare il nostro contributo".