Roma, 5 ottobre 2011 - Delegittimare i magistrati alla lunga danneggia anche la politica, dice il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti, ospite di ‘Radio anch’io’ su Radiouno. Anziché chiedersi ‘chi ha aggredito chi’ nel conflitto fra magistrati e politici, “dobbiamo chiederci - ha spiegato - a chi giova lo scontro: non giova a nessuno, certamente non giova ai cittadini che hanno bisogno di credere alle istituzioni, sia alle istituzioni politiche che alla magistratura”.


Secondo Vietti “screditare i magistrati, delegittimare la magistratura, delegittimare il potere giudiziario finisce per produrre l’effetto che si delegittima anche il potere politico e si mina la credibilità complessiva dello Stato, che invece abbiamo bisogno di rafforzare”.

Michele Vietti inoltre è tornato a bocciare il cosiddetto ‘processo lungo’ provvedimento attualmente all’esame della commissione Giustizia della Camera: “Una ipotesi che si chiama processo lungo si commenta da sola”, ha detto il vicepresidente del Csm a ‘Radio anch’io’ su Radiouno.

 

“Tutti - ha sottolineato - chiediamo il processo rapido, di durata ragionevole come ci chiedono la Costituzione e l’Europa. Immaginare di intasare i procedimenti con richieste istruttorie su cui il giudice non può intervenire porta, come ha detto il primo presidente della Corte di Cassazione, alla morte del processo penale”.
“Su questo - ha detto ancora il vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura - il Consiglio superiore si è espresso in maniera molto netta. Noi abbiamo bisogno del processo celere, non del processo lungo, di quello ce n’è anche troppo”.