Rimini, 14 agosto 2011 - Mettiamola così. Torino: gode la Fiat delle automobili. Rimini: piange la Fiat delle vacanze. Crollano i ponti, il tapis roulant dei vacanzieri, i prodromi delle ‘code ai caselli’ rimbalzate da Onda verde, crollano i fatturati. Un paio d’anni fa calcolarono che i weekend agli steroidi del 25 aprile e del Primo maggio per la sola riviera romagnola pesavano 11,5 milioni di euro per gli albergi, 15 per i ristoranti, 3,5 per le discoteche, 4 per i parchi: fanno 34 milioni di euro che adesso nessuno sa più dove cavar fuori.

 

Tremonti calcola che ogni festività soppressa farà guadagnare miliardi di produttività. «Già, peccato che il turismo contribuisca per un 10-12 per cento al Pil nazionale», gli fa eco da Rimini Sandro Giorgetti, presidente regionale di Federalberghi. «Forse a Roma qualcuno pensa che il nostro settore, più che tempo libero, sia una perdita di tempo». Addirittura affranta Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori di Rimini: «Rabbrividisco. Si colpisce un settore economico che funziona. Chiederemo un confronto, sono schifata». Sulle barricate anche Maurizio Melucci, assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna: «Il danno all’industria delle vacanze non sarà compensato dai vantaggi all’industria. Prendo atto che il ministro del Turismo non ha detto una parola».

 

Del resto, non c’è che da scegliere la porta a cui bussare per ritrovarsi fra le macerie dei ‘viadotti’. Per la Cgil si profilano tempi durissimi per i lavoratori stagionali, che difficilmente riusciranno a raggiungere la soglia dei 78 giorni necessaria a far scattare l’indennità di disoccupazione. Confcommercio e Confesercenti ammoniscono che anni di moral suasion per convincere gli associati ad allungare la stagione andranno irrimediabilmente perduti. «Gli hotel torneranno a fare 100 giorni di stagione», rincara la dose Antonio Carasso, coordinatore dell’Unione prodotto di costa. Laconico Andrea Babbi, amministratore delegato di Apt Emilia-Romagna: «Non è una buona notizia». È deluso anche il sindaco di Forte dei Marmi (Lucca) Umberto Buratti (Pd) che, chiamando a raccolta i colleghi, si chiede se il governo sappia «che il paese Italia vive di cultura e di turismo». Amarezza anche in Liguria. L’assessore regionale alle Vacanze, Angelo Berlangieri, non ha risparmiato critiche: «Misura da togliere nel decreto. Per una regione sempre più legasta al mordi e fuggi il danno sarebbe enorme. Per risparmiare 10 — aggiunge — le aziende ricettive e l’economia del territorio perderebbero mille». Inevitabile l’appello ai parlamentari del territorio, probabilmente impegnatissimi a comprar cashmere a Portofino.

 

Non solleva certo gli animi Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi: «Il ponte del 25 aprile muove in media 6 milioni di italiani con un fatturato di due miliardi, quello del primo maggio altri 6 milioni e mezzo di turisti e un miliardo e mezzo, mentre per quello del due giugno i vacanzieri sono 8 milioni e mezzo per 2 miliardi e 200 di fatturato. Comprendo i problemi, ma così è come pagare più la salsa che il pesce».