Roma, 21 giugno 2011 - L’aula della Camera ha approvato (con 308 si’, 288 no e 2 astenuti) il decreto sviluppo. Il testo passa ora al Senato. I voti sono stati, per la maggioranza, 9 in meno rispetto all fiducia di stamane (passata con 317 si’).

BOSSI: METTERE LE GANASCE A EQUITALIA - L’importante è che passino le cose, bisogna mettere le ganasce ad Equitalia perche’ ci sequestrano le case e i trattori. E Berlusconi voleva vincere cosi’...”. Risponde cosi’ il leader della lega Umberto Bossi ai cronisti che gli chiedono un commento sulla fiducia passata oggi alla Camera sul decreto Sviluppo.

IL VOTO DI FIDUCIA ALLA CAMERA - L'aula della Camera approva, con 317 si', 293 no e 2 astenuti, la fiducia al decreto legge sullo sviluppo. La maggioranza supera quindi la soglia dei 316 voti. La fiducia ottenuta oggi alla Camera sul dl sviluppo, e' la numero 44 per il governo Berlusconi IV in tre anni di vita.

Alcune delle misure principali del ddl sviluppo: paletti sulle ipoteche e gli espropri sulla prima casa oltreché sulle ganasce fiscali al bonus per gli investimenti al Sud; stretta sullo 'ius variandi' delle banche alla rinegoziazione dei mutui; disposizioni sui precari della scuola, soppressione delle norme che istituivano il diritto di superficie per 20 anni sulle spiagge. Il decreto passerà quindi all'esame del Senato per il via libera definitivo.

BLITZ DI BERLUSCONI - ‘Blitz’ a Montecitorio di Silvio Berlusconi per la fiducia sul dl sviluppo. Il premier ha lasciato la Camera subito dopo aver votato la fiducia per fare ritorno a palazzo Grazioli in attesa dell'appuntamentioo in  Senato dove terra’ il suo discorso per la verifica parlamentare.

ALFANO ENTUSIASTA -  Il ministro della Giustizia e segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, ha espresso soddisfazione per il voto di fiducia ottenuto alla Camera con 317 sì sul dl Sviluppo. “Una fiducia - ha sottolineato - ottenuta con numeri da maggioranza assoluta. Esprimo soddisfazione per una prova di compattezza che è l’ennesma dallo scorso settembre. Credo che il presidente del Consiglio possa andare ancora più robustamente convinto della sua maggioranza a intervenire in Senato”.

Sono stati 4 gli assenti di Futuro e Liberta’ al voto di oggi alla Camera sulla fiducia dl Sviluppo. Tra questi, Andrea Ronchi. Oltre all’ex-ministro, non hanno risposto alla chiama Gianfranco Paglia, Mirko Tremaglia e Francesco Divella di Fli.
 

MINISTERI AL NORD - Accordo nella maggioranza sul trasferimento dei ministeri al nord. Nella notte è stata raggiunta un’intesa nel corso del vertice a casa del premier, a palazzo Grazioli, a cui hanno partecipato Calderoli e Reguzzoni. L’accordo sarebbe stato raggiunto su un testo congiunto Pdl-Lega: saranno decentrati uffici di rappresentanza con funzioni operative.

E oggi inizia la verifica a ostacoli per il governo di Silvio Berlusconi. Il premier sarà in aula al Senato per fissare i punti cardinali dei prossimi mesi di governo e avviare il dibattito parlamentare sull’esecutivo, voluto dal Quirinale dopo l’ingresso nella maggioranza dei “Responsabili”.

Alla Camera è in programma il voto sull’ordine del giorno presentato dal Pd che impegna il governo a escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri al Nord. L’odg sarà votato in aula a Montecitorio nella seduta pomeridiana, dopo la fiducia. Berlusconi sa che davanti ai parlamentari della maggioranza dovrà pronunciare parole chiare, capaci soprattutto di andare incontro ai desiderata della Lega. Ma senza tirare troppo la corda con il Colle sulla questione della missione in Libia, da tempo osteggiata dal senatùr. Nella maggioranza riferiscono di contatti tra la Farnesina e il Quirinale, di fatto confermate dalle dichiarazioni di Frattini a Lussemburgo.

Ma intervenendo in Aula Berlusconi dovrà anche stare bene attento a non urtare la sensibilità di alcuni settori del Pdl, ala romana in testa. Gianni Alemanno e i suoi deputati hanno prima minacciato di votare gli odg dell’opposizione contro la delocalizzazione dei ministeri in chiave anti Lega, provocando l’ira del presidente del Consiglio. I deputati romani restano sul piede di guerra, tanto da reclamare come contropartita politica alla mediazione sui ministeri lo stop al progetto dei pedaggi per il Gra.

A complicare ulteriormente le cose, un altro caso politico sta per esplodere nel centrodestra. Il gruppo dei parlamentari del Pdl campani sta valutando in queste ore la formula migliore per lanciare un vero e proprio ultimatum sul caso rifiuti. Il decreto per trasferire la spazzatura in altre regioni è stato fermato per due volte dalla Lega nel corso delle riunioni del consiglio dei ministri. Per questo, entro mercoledì dovrebbero presentare un atto parlamentare da sottoporre al voto dell’Aula mettendo per l’ennesima volta a dura prova gli equilibri della maggioranza.

L'ACCORDO SUI MINISTERI - Ecco il testo dell’ordine del giorno al decreto sviluppo che è stato depositato questa mattina alla Camera dei deputati, con la firma dei capigruppo di Pdl, Lega e Responsabili. Nel pieno rispetto del "principio della unicità della sede" delle funzioni di governo e dell’articolo 114 della Costituzione che assegna a Roma lo status di capitale, il governo puo’ istituire, nell’ambito di ciascun ministero, "sedi di rappresentanza operative" in altre aree del territorio. Il testo - reso noto dall'Ansa - stabilisce anche che le sedi distaccate non possono comportare "maggiori oneri" a carico dello Stato.