Milano, 11 giugno 2011 - Dieci domande all’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi sulle sue “scelte politiche” all’indomani della vittoria elettorale del neo sindaco Giuliano Pisapia. La Lega, attraverso il quotidiano la Padania, critica l’operato del cardinale; il Pd, attraverso Rosy Bindi e Patrizia Toia e un gruppo di politici cattolici locali ne prendono le difese, e parlano di “attacco vergognoso e volgare”.

La Chiesa ambrosiana - si legge sul quotidiano del Carroccio - ha preso “una posizione, chiara, su quella che è stata definita una ‘primavera’ dopo il cambio di giunta a Palazzo Marino. Apprendiamo insomma che sulle politiche sociali del cattocomunismo e del laicismo c’è idem sentire e comune d’intenti”. Il quotidiano ha così scelto di dare voce alla “molte lettere giunte in redazione” per sollecitare risposte che possano “dare un senso al disorientamento di molti cittadini (non solo fedeli) che si chiedono quale sia l’obiettivo della fede”.

Per la presidente dell’assemblea nazionale del Pd Rosy Bindi, “Il violento attacco all`arcivescovo di Milano è del tutto inaccettabile, nella forma e nei contenuti, e conferma la distanza culturale e morale tra il Carroccio e la Chiesa ambrosiana”. E aggiunge: “Anziché cimentarsi in un volgare tentativo di delegittimare la guida spirituale dei cattolici milanesi, che a Tettamanzi sono legati da affetto e piena condivisione delle sue scelte pastorali, la Lega farebbe meglio a dedicarsi con più attenzione alle vere ragioni della sua sconfitta”.

“Davanti a cinquantamila cresimandi, Lei - chiede La Padania a Tettamanzi - ha celebrato la vittoria di Pisapia, parlando di una nuova primavera. Ma quello non era un incontro religioso di tutta la diocesi e Lei non dovrebbe essere il vescovo di tutti i milanesi?”; “I fedeli devono considerare le sue prese di posizione come un intervento magisteriale o come opinioni personali?”; e ancora: “Lei tra qualche mese lascerà la guida della Diocesi di Milano, divisa come non mai. Lo sa che, a causa delle sue indicazioni elettorali, molte persone, scandalizzate, hanno abbandonato la Chiesa?”.

C’è spazio anche per una domanda più strettamente politica: “La Curia di Milano si è apertamente schierata a favore della coalizione guidata da Pisapia, considerata più vicina ai valori cristiani. Significa che questi ultimi oggi si chiamano aborto, unioni gay, legittimazione dell’uso di sostanze stupefacenti?”.

Di attacco “grave, inaccettabile e calunnioso” parlano un gruppo di politici cattolici locali tra cui Alessandro Alfieri, Ezio Casati, Andrea Fanzago, Enrico Marcora, Fabio Pizzul, Carlo Spreafico, secondo cui “tutte le dieci domande contengono acclarate e documentabili falsità”. Anche per l’europarlamentare del Pd Patrizia Toia l’uscita della Padania contiene “falsità miste a strumentali interpretazioni tese ad attribuirgli un profilo politico laddove, invece, ci sono solo le parole del Vangelo e la Verità”.