Roma, 5 aprile 2011 -  Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'auspicare ''un più sereno clima istituzionale", ha ribadito il convincimento "che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto''. Cosi' al termine dell'incontro tra il Capo dello stato e la Giunta dell'Anm in una nota diffusa da Quirinale.

Il Capo dello Stato ''ha espresso la convinzione che l'apertura di un confronto su proposte di modifica del Titolo IV della Costituzione possa costituire terreno di impegno per tutte le forze politiche e culturali e in particolare per tutte le componenti del mondo della giustizia: ferma restando la necessità che un tale confronto avvenga senza pregiudiziali e con la massima disponibilità all'ascolto e alla considerazione delle diverse impostazioni e proposte''.

 "In termini più generali il Capo dello Stato ha riaffermato la legittimità di interventi di revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione che possano condurre a una rimodulazione degli equilibri tra le istituzioni quali furono disegnati nella Carta del 1948", si legge in un passaggio del messaggio del Quirinale. Rimodulazione, sottolinea ancora il Presidente della Repubblica, "che in tanto può risultare convincente in quanto comunque rispettosa della distinzione tra i poteri e delle funzioni di garanzia".

I MAGISTRATI - "Ci sentiamo rinfrancati, abbiamo colto una grande attenzione da parte del capo dello Stato" hanno detto i vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati, ricevuti dal capo dello Stato al quale hanno espresso tutte le loro preoccupazioni per le riforme che riguardano la giustizia.

Massimo il riserbo delle toghe sull'incontro, durato oltre un'ora, al Quirinale. Ma la giunta dell’Associazione, integrata da un rappresentante della corrente di minoranza di Magistratura indipendente, ha fatto presente che I principi dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura saranno "fortemente alterati se si dovesse approvare la riforma costituzionale della giustizia".

Luca Palamara, presidente dell’Anm, ha comunicato ai giornalisti la posizione ufficiale delle toghe: "Abbiamo colto - ha affermato - grande attenzione dal presidente della Repubblica al quale abbiamo voluto ribadire il fatto che i principi da noi evidenziati sono indeffettibili per uno Stato di diritto".