Roma, 3 luglio 2010 - Manovra e intercettazioni: da lunedì "come diciamo a Milano 'ghe pensi mi'". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un’intervista al Tg1 e ribadito, pochi minuti dopo, anche agli spettatori del Tg5.

 

Dal video il premier prima traccia un bilancio delle recenti missioni internazionali a cui ha partecipato: un giro lungo 33mila chilometri, per 43 ore di volo, con due visite di Stato, un G8, un G20 ("un tour de force, anche per un giovane di 35 anni come me", scherza). Ma al suo ritorno dal summit di Toronto e alle due visite di Stato in Brasile e Panama spiega come abbia "trovato un po' di ebollizione a casa".

 

"Ma prenderò in mano la situazione con tutti i titoli dell’agenda politica cioé quelli della giustizia, intercettazioni, i temi della manovra economica ed anche i temi che riguardano le correnti nei partiti a partire da lunedì - dice ancora il Cavaliere - . Sono sicuro che se qualcuno pensa che le correnti possono provocare un raffreddore in questo caso io sono certo di evitarlo di sicuro".

 

L'OPPOSIZIONE - Insorge l'opposizione che parla di "occupazione militare delle maggiori testate radiotelevisive nell'ora di massimo ascolto" (Matteo Orfini, Pd) e chiede l’intervento della commissione di Vigilanza sulla Rai sulla raffica di interviste al premier da parte di Tg e Gr del servizio pubblico. "Quello che è successo con la berlusconeide a reti unificate è talmente più grave della già consueta faziosità che richiede un pronunciamento urgentissimo della autorità competente a vigilare sul settore. Per l`ennesima volta Berlusconi ha superato ogni limite", afferma il senatore Vincenzo Vita membro della commissione di Vigilanza.

 

VERTICE PDL - Intanto, per parafrasare il presidente del Consiglio, la situazione dentro il Pdl non è "precisamente tranquilla". Dopo la riunione di palazzo Grazioli, a cui prendono parte i capigruppo parlamentari Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri (quest’ultimo insieme al vice Gaetano Quagliariello); i coordinatori del partito Ignazio La Russa e Denis Verdini; il ministro della Giustizia Angelino Alfano; il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, nessuno parla, tranne Cicchitto, che rilascia una dichiarazione dalla quale emerge quanto forti siano gli straschichi lasciati dalle prese di posizione di ieri di Fini.


"C’è qualcuno che nel Pdl ha preso come modello la litigiosità del Pd e cerca di importarla all’interno del centrodestra dimenticando che essa è stata una delle ragioni delle ripetute sconfitte del centrosinistra. Anzi c’è chi sembra credere che la permanente rissa verbale sia la quintessenza della democrazia interna", afferma il presidente dei deputati del Pdl.

 

"Al punto in cui siamo - aggiunge - in un lasso ragionevole di tempo, o si definiscono in modo serio i termini di una convivenza fondata su atteggiamenti positivi e costruttivi, oppure sarà più ragionevole definire una separazione consensuale. In ogni caso i problemi serissimi che ci stanno davanti non consentono di passare il tempo in una dialettica basata sulle note d’agenzia. D’ora in avanti ci dovremo concentrare sul sostegno all’iniziativa politica e di governo di Berlusconi e sulla definizione di un complesso di riforme sul quale sviluppare l’azione politica e parlamentare".

 

Immediata la replica di Italo Bocchino. "Quanto alla proposta di Cicchitto relativa all’ipotesi di una separazione consensuale l’unica cosa certa è che mai e poi mai lasceremo il partito politico che abbiamo immaginato prima di altri e costruito con passione ed entusiasmo conferendogli un grande patrimonio storico, politico, culturale, di classe dirigente e di elettori".


IL CASO BRANCHER - Resta calda anche la vicenda relativa al ministro Aldo Brancher, oggi arrivato a palazzo Grazioli durante il vertice. Nonostante il massimo riserbo che circonda la riunione, in serata si diffonde la voce di possibili dimissioni prima della discussione delle mozioni di sfiducia presentate contro di lui. Lo stesso ministro al Decentramento e alla Sussidiarietà, però, getta acqua sul fuoco e risponde stringatamente che quello con il premier "è stato un incontro durato un’ora e un quarto. E’ andato benissimo, è stato un dialogo completo, abbiamo parlato di tutto".

 

IL QUIRINALE - Se sembra sempre più vicina la resa dei conti con Fini, il premier sarebbe invece intenzionato a non compromettere i rapporti con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affidando come al solito al sottosegretario Gianni Letta il compito di dialogare con il Quirinale, in attesa del tradizionale incontro per consentire a Berlusconi di riferire l’esito dei recenti vertici internazionali.