Roma, 7 novembre 2009 - Pier Luigi Bersani è stato proclamato ufficialmente nuovo segretario del Pd. Lo ha annunciato dal palco dell’assemblea nazionale del partito, leggendo i risultati delle primarie del 25 ottobre, Maurizio Migliavacca, responsabile organizzazione. L'Assemblea nazionale del partito ha poi eletto Enrico Letta vicesegretario.

 

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani ha aperto la sua relazione tributando un ringraziamento e un saluto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "per la personalità, la forza e l’equilibrio con cui esercita il suo ruolo di garanzia" e a Romano Prodi, "lo sentiamo qui con noi nelle radici profonde della nostra grande avventura e conosciamo l’affetto e l’attenzione con cui segue le vicende del Pd". Infine un ringraziamento il neosegretario lo ha rivolto anche a Dario Franceschini "che mi ha preceduto in questo ruolo e che si è confrontato lealmente con me".

 

"Ho detto più volte che non credo al partito di un uomo solo ma ad un collettivo di protagonisti. Mi rivolgo a voi non come ci si rivolge ad una folla ma come ci si rivolge a largo gruppo dirigente del nostro partito corresponsabile con me di questa straordinaria avventura", ha detto l'ex ministro.  "Costruire il partito, preparare l’alternativa: sono compiti che richiedono un lavoro importante per durata e per profondità. E’ inutile cercare scorciatoie o immaginare strade senza inciampi".

 

RIFORME - Bersani affronta subito il tema delle riforme istituzionali, ribadendo che il confronto con la maggioranza deve avvenire in modo “trasparente in Parlamento”. Il segretario del Pd propone quattro punti: “Il superamento del bicameralismo perfetto, Senato federale, riduzione del numero dei parlamentari, rafforzamento delle funzioni reciproche di Governo e Parlamento; attuazione dell’articolo 49 della Costituzione con una coerente e moderna legislazione dei partiti; una nuova legge elettorale, che consenta ai cittadini di scegliere i parlamentari, attraverso un confronto con le forze politiche dell’opposizione senza escludere una legge di iniziativa popolare; nuove norme sui costi della politica che ci avvicini alla media europea”. Queste per Bersani sono “le priorità che non pretendiamo di imporre ma non accetteremmo che l’agenda delle riforme ci fosse semplicemente dettata da altri”.

 

GIUSTIZIA - "Voglio dire una parola chiara sul tema della giustizia, sul quale insiste una confusa pressione da parte di governo e maggioranza, paradossalmente in assenza di proposte leggibili". Così Pier Luigi Bersani introduce il l'argomento. "Se parliamo del servizio-giustizia, noi -osserva il segretario- non pensiamo che le cose vadano bene così. Al netto delle immancabili eccezioni, la giustizia è un servzio inefficente e negato alla gran parte dei cittadini. Vogliamo partire da qui? Siamo d’accordo".

 

"Ma - sottolinea Bersani - non possiamo non vedere l’enorme difficoltà di un confronto totalmente centrato sull’equilibrio dei poteri e soprattutto invaso dall’insuperabile interferenza di questioni che si riferiscono alle situazioni personali del presidente del Consiglio e segnato dall’aggressività e dalla volontà di rivincita scagliate contro il sistema giudiziario e la magistratura. Sono sentimenti e intenzioni che inquinano la discussione. È in grado la maggioranza di liberare il tavolo da queste ipoteche? Questa è la domanda ed è - conclude Bersani - ineludibile". 

 

CRISI ECONOMICA - “Parliamo con un linguaggio di verità di questa crisi. La crisi non è psicologica, non è una nuvola passeggera, non l’abbiamo alle spalle”. “Nessuno - aggiunge Bersani - vuol fare il pessimista o il catastrofista. Pretendiamo semplicemente che si riconosca che abbiamo un problema serio, un problema che non si risolve da sé, un problmea che algtri non risolveranno per noi. Pretendiamo che dopo diciassette mesi il Governo si rivolga al Parlamento e al Paese con un’analisi realistica e con proposte e intenzioni che mostrino finalmente la consapevolezza della situazione internazionale e nazionale”.

 

ETICA E POLITICA - Anche i comportamenti privati dei dirigenti e degli amministratori del Pd "devono essere coerenti con la credibilità e il rispetto che un impegno pubblico pretende". Bersani ha ricordato la "centralità" della questione: "Noi non possiamo fare a meno - ha detto - della dignità e del buon nome della politica e dell’amministrazione pubblica. Quando questi si affannano, la destra ci lucra e noi paghiamo il prezzo. Dobbiamo dunque porci il problema generale di un rafforzamento della tensione civica ed etica a cominciare da noi stessi".

 

ALLEANZE - Il Pd di Pier Luigi Bersani non coltiva "nessuna nostalgia", si rivolge a "tutta l’area del centrosinistra", rimane fedele al bipolarismo e non rinuncia alla "ambizione di crescere", pur sapendo che "non siamo soli nel campo". Bersani parla all’assemblea nazionale del partito e spiega le linee-guida della sua strategia di alleanze: "Nessuna nostalgia deve imprigionarci o trattenerci; dobbiamo sentire invece la responsabilità del nuovo da costruire, senza trattini o distinzioni di ruoli e senza pretese di esclusività e con la legittima ambizione di crescere e di farci più forti".

 

Aggiunge Bersani: “Non c’è contraddizione alcuna fra il nostro rifiuto a ritagliarci un angolo del campo e il riconoscimento che non siamo soli nel campo. Noi portiamo a tutta l’area del centrosinistra una nostra offerta politica ed un nostro profilo, che ho definito sociale, civico e liberale”. Per il neosegretario “nella capacità attrattiva di un progetto ci sono tante cose che prese ad una ad una definiremmo di centro o di sinistra ma che nell’insieme dicono invece i valori fondamentali che hai, il Paese che vuoi e come intendi comporre gli interessi. Al di fuori di questa ambizione non sei né più di centro, né più di sinistra: sei semplicemente un partito più piccolo che si condanna ai suoi confini”.

 

FUORIUSCITI - "Certo le defezioni non fanno mai piacere, sopratTutto quando avvengono in forme un po’ singolari. Sento dire qualcuno che dice: ‘il Pd così lascia un fronte scoperto’. No, non abbiamo fronti scoperti, abbiamo una ricchezza di culture per tutta l’area del centrosinistra". Così, nell’intervento di replica all’assemblea, il neosegretario ha commentato l’addio al partito di esponenti, come Francesco Rutelli.