{{IMG_SX}}Roma, 21 giugno 2008 - La norma sospendi-processi contenuta nel Dl sicurezza è "potenzialmente incompatibile con gli articoli 111 e 3 della Costituzione", che sanciscono i principi di ragionevole durata del processo e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

 

E' questo uno dei passaggi della bozza di parere al provvedimento in discussione al Senato che la sesta commissione del Csm sta mettendo a punto. Un documento che per il momento è ancora frutto soltanto del lavoro dei due relatori, i consiglieri togati Fabio Roia (Unicost) e Livio Pepino (Md); lunedì se ne discuterà in commissione, dove si dovrà verificare innanzitutto la convergenza degli altri componenti sul testo. I tempi però, almeno nelle intenzioni, dovrebbero essere stretti, e il parere da consegnare al ministro della Giustizia Angelino Alfano potrebbe essere pronto per metà settimana, in tempo per essere licenziato in una delle prossime sedute del plenum, mercoledì o giovedì.

 

A quanto si apprende, i consiglieri del Csm criticherebbero anche lo strumento scelto: una materia così importante non può essere affrontata attraverso un decreto legge, si osserva ancora nella bozza di parere, dove sarebbero richiamate anche le recenti osservazioni del vicepresidente Nicola Mancino, secondo il quale la materia dell'emendamento cosiddetto 'salva-premier' sarebbe completamente estranea al tema del provvedimento urgente del governo.

 

La norma sospendi-processi, evidenziano ancora i due relatori nella bozza di parere, prevede una scansione temporale che "non ha alcun appiglio logico": diverso sarebbe stato il caso in cui si fosse fatto riferimento alla sospensione dei processi per i reati coperti da indulto. Ma secondo i consiglieri di Palazzo dei Marescialli ci sarebbe anche un altro elemento di perplessità. L'Europa, fanno notare, "non capirebbe le ragioni della scelta": l'Italia è già finita sotto accusa per la lentezza dei processi, il 'salva-premier' allunga ulteriormente i tempi.

 

NICOLA MANCINO

 

"Il Paese non riesce a vivere senza polemiche? Vorrei non crederlo. Sono, semmai, le polemiche occasioni comode per nascondere i problemi e per dividere il Paese. Chi le innesca deve tener conto che un ritorno di tutti alle responsabilità non può che far bene all'Italia". Lo ha detto, parlando ad Avellino ad un convegno su etica e medicina, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino.

 

"Fino a quando l'azione penale è obbligatoria - ha continuato Mancino secondo la sintesi del discorso diffusa dalla sua segreteria - alle toghe non si può chiedere di non fare i processi; ai politici si può, invece, chiedere di saper scegliere natura, limiti, tempi ed efficacia delle leggi, non espedienti per eluderle".