{{IMG_SX}}Strasburgo, 18 giugno 2008 - La Plenaria del Parlamento europeo ha approvato con 369 voti contro 197 e 106 astensioni, oggi a Strasburgo, la direttiva Ue che fissa nuove norme comuni per la gestione dell'immigrazione illegale, la detenzione 'amministrativa' degli immigrati clandestini nei Cpt e la loro espulsione verso i paesi d'origine ('Direttiva rimpatri').

 

L'Aula non ha approvato alcun emendamento al testo di compromesso negoziato dal relatore, Manfred Weber (Ppe) e dai relatori ombra dell'Europarlamento con il Consiglio Ue, nonostante la battaglia condotta dalle sinistre e dai Verdi contro l'accordo.


Fra i punti più controversi della direttiva, c'è innanzitutto la durata massima, 18 mesi, per la detenzione amministrativa degli immigrati illegali (art.14). Questa norma rappresenta un miglioramento per alcuni paesi membri oggi senza limiti, ma, come ha già fatto il governo italiano con il suo 'pacchetto sicurezza' potrà essere invocata da altri Stati membri per adeguare al livello 'europeo' i propri limiti di detenzione inferiori.

 

Un secondo punto di scontro è stato sulla possibilità di espellere i clandestini verso i paesi di transito (se ci sono accordi bilaterali di riammissione), e non solo quelli accertati di provenienza. Particolarmente accesa, poi, è stata la polemica sul fatto che sia consentito detenere i minori ed espellerli, anche se non accompagnati, e anche se nel paese di rimpatrio non vi sono né la famiglia né i tutori legali, ma solo istituti disposti ad accglierli (art.5). Quarto punto controverso: l'assistenza giuridica per gli immigrati illegali: nell'ultima versione del testo (art.12) non è più garantito il patrocinio legale gratuito, ma si rimanda la questione alla legislazione nazionale vigente.


Quinto e ultimo punto di scontro è stato, infine, quello del divieto di ritorno per cinque anni, per gli immigrati illegali, nei paesi dell'Ue da cui sono stati espulsi (art.9). Secondo le organizzazioni di difesa dei diritti umani, il divieto potrebbe pregiudicare la concessione dell'asilo per persone espulse che potrebbero trovarsi, successivamente, nelle condizioni di invocarlo. E potrebbe anche impedire, in certi casi, i ricongiungimenti familiari.


Da notare che questo è il primo atto legislativo adottato in co-decisione da Parlamento europeo e Consiglio Ue, e sottoposto al controllo giurisdizionale comunitario, nel settore dell'immigrazione illegale, che finora era di competenza intergovernativa sotto il cosiddetto 'terzo pilastro' dell'architettura istituzionale dell'Unione europea. Nel 2004, i Ventisette hanno accettato all'unanimità di attivare, in questo caso, la 'passerella' prevista dal Trattato vigente, che permette di prendere le decisioni in questo settore secondo le normali procedure comunitarie (codecisione e maggioranza qualificata in Consiglio).

 

 

MARONI: PROPORRO' IMMEDIATO RECEPIMENTO

 Il ministro dell'Interno Roberto Maroni è soddisfatto per l'approvazione da parte dell'Europarlamento della direttiva europea sui rimpatri, e ne proporrà l'immediato recepimento da parte dell'Italia. Lo dice lo stesso Maroni, conversando con i giornalisti alla Camera.


"Esprimo grande soddisfazione per l'approvazione della direttiva, e ne proporrò l'immediato recepimento. Prevede molte norme - spiega il ministro leghista - che noi abbiamo anticipato nel decreto sicurezza, come l'aumento dei tempi di detenzione nei Cpt e norme più stringenti e più controlli sugli ingressi. E' la buona notizia di oggi", conclude Maroni.