{{IMG_SX}}ROMA, 14 giugno 2008 - LE FORZE armate scendono in campo sia per la conduzione tecnico-operativa degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti in Campania, sia per garantire la sicurezza nelle città dove pattuglieranno strade e piazze insieme con polizia e carabinieri. L’uso per l’emergenza in Campania dei militari, nell’occasione parificati agli agenti di pubblica sicurezza, è previsto dal decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri e che però, come annunciato dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, si avvia a diventare un maxi-emendamento al testo del decreto approvato il 23 maggio scorso e già passato al vaglio della commissione Ambiente della Camera. In una nota di Palazzo Chigi si sottolinea che le modalità d’impiego dell’Esercito «nel contesto d’emergenza» assicurano «la massima efficacia delle operazioni in condizioni di sicurezza».

NEI PROSSIMI giorni, inoltre, grazie a un’intesa tra i ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e della Difesa, Ignazio La Russa, verrà presentato un emendamento al decreto in questione che consentirà al titolare del Viminale, se lo riterrà necessario, di avvalersi (per 6 mesi rinnovabili e solo «per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità») di un contingente massimo di 2500 militari per azioni di pattugliamento e di perlustrazione delle città metropolitane.


La previsione della qualifica di agente di pubblica sicurezza per il personale impegnato nel controllo dei siti destinati a raccogliere i rifiuti e l’idea di utilizzare i militari in attività congiunte con le forze dell’ordine nelle città sono state accolte positivamente dal generale Domenico Rossi, presidente del Cocer Esercito. Per quanto riguarda l’emergenza rifiuti, il primo nucleo di militari dell’Esercito, una ventina di uomini disarmati che dovranno allestire e sorvegliare il sito di prossima apertura, è entrato ieri pomeriggio nella discarica di Savignano Irpino, in provincia di Avellino. Questi militari — disarmati — hanno il compito di montare le torri per l’illuminazione, le tende e i servizi igienici, nonchè di effettuare verifiche sulla qualità del materiale sversato nell’impianto per evitare il rischio di conferimento di materiali diversi da quelli previsti.

 

L’ATTIVITÀ vera e propria di vigilanza, dunque armata, spetta alle forze dell’ordine. Con quei venti soldati c’è il generale Franco Giannini, compenente della struttura del sottosegretario Bertolaso. Edmondo Cirielli, presidente della commissione Difesa della Camera, ha valutato positivamente l’utilizzo dei militari per far fronte all’emergenza rifiuti e ha espresso l’auspicio che «si tenga conto, in sede di bilancio, dello sforzo straordinario richiesto alle Forze armate».


Dall’opposizione, invece, il pollice verso è stato unanime. Per Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente del governo ombra del Pd, «l’uso spropositato dell’Esercito nella gestione del ciclo dei rifiuti» è «una decisione fuori luogo» che «lascia molti dubbi di metodo e di merito».

SUL FRONTE della sicurezza dei cittadini nelle aree metropolitane, il ministero dell’Interno, come detto, potrà disporre, per un semestre anche rinnovabile, di un massimo di 2500 militari. Le cui modalità d’impiego, ha sottolineato il ministro La Russa, saranno decise esclusivamente dal suo collega Maroni. I prefetti avranno compiti di coordinamento.


Si tratterà di pattuglie miste esercito-forze dell’ordine che, secondo il ministro della Difesa, renderanno possibile «passare dal poliziotto di quartiere a un pattugliamento misto prevalentemente nelle ore serali, quando maggiore è la richiesta di sicurezza; si tratta di un sacrificio per le Forze armate, che non abbondano certo di personale, ma lo facciamo volentieri e questo aumenta i meriti dei nostri soldati». E poi, ha concluso La Russa, «nelle scelte dei 2500 uomini sarebbe un peccato se non si utilizzassero coloro che hanno avuto esperienza di missione di pace, dove molti hanno svolto compiti di polizia come in Kosovo o in Afghanistan».

 

L’UTILIZZO dell’Esercito per funzioni di sicurezza cittadina è piaciuta alla maggioranza e al sindaco di Milano, Letizia Moratti, ma ha fatto storcere il naso a Cgil,Cisl, Uil del Viminale («25mila poliziotti, distolti da compiti operativi, stanno negli uffici»), all’Ugl («un’idea che ci lascia perplessi»), al sindacato di polizia Consap («i poliziotti per questo governo non sembrano i garanti della sicurezza») e all’opposizione.