{{IMG_SX}}Roma, 13 giugno 2008 - E' stato approvato dal Consiglio dei ministri il ddl intercettazioni. E' quanto si apprende al termine della riunione da fonti del governo.

Il sistema delle intercettazioni, spiega il Guardasigilli Angelino Alfano, era "degenerato. La privacy dei cittadini è tutelata dalla Costituzione". Il provvedimento sulle intercettazioni e' "un punto di equilibrio" tra il diritto del cittadino a essere tutelato nella sua privacy e l'ordinamento dello stato.


Dice il guardasigilli: "Abbiamo scelto la via della coerenza
tra le cose dette da Berlusconi in campagna elettorale e le cose fatte".

 

Le nuove norme sulle intercettazioni "porranno la magistratura nelle condizioni di operare con efficacia e in più garantiranno ai cittadini la giusta privacy", assicura il ministro della Giustizia.
 

"La magistratura - ha aggiunto Alfano - gode da parte del codice di ampi mezzi di ricerca e costruzione della prova. Non è corretto dire che i magistrati stanno sempre con la cuffia ad ascoltare telefonate e che poi, da lì, costruiscono indagini. I magistrati hanno molti mezzi di indagine e li utilizzano tutti: insomma, secondo il ministro "una eccessiva enfatizzazione dell'uso delle intercettazioni fa un torto alla magistratura".

 

 

I CONTENUTI DEL DDL

Sarà dunque possibile autorizzare intercettazioni solo per reati che abbiano il massimo della pena edittale dai dieci anni in su, ma anche quelli contro la pubblica amministrazione, corruzione compresa, oltre a stalking e pedofilia. Ma, soprattutto, è in arrivo un giro di vite per chi le pubblica: il rischio sarà la reclusione fino a tre anni di carcere, sebbene, trattandosi di una contravvenzione e non di un reato, sarà possibile commutare in sanzione.

 

Il via libera definitivo è arrivato durante un incontro a palazzo Grazioli: attorno al tavolo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è seduto il vertice leghista, Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Roberto Cota. D'altra parte era stato proprio il Carroccio nei giorni scorsi a insistere, anche pubblicamente, sulla necessità che i reati di corruzione non rimanessero fuori dalla stretta. E alla fine dell'incontro, durato circa un'ora, è proprio il ministro dell'Interno ad annunciare che "l'accordo c'è".

 

Cosa prevede dunque il provvedimento? Saranno intercettabili solo i reati che hanno il massimo della pena edittale dai dieci anni in su, ma con una deroga per i reati contro la pubblica amministrazione come corruzione e concussione, oltre per esempio a pedofilia e molestie telefoniche. E' prevista anche una norma transitoria che esclude dalla nuova normativa i processi in corso.

 

Sebbene su questo punto il testo potrebbe ancora subire modifiche, nella bozza c'è una modifica dell'articolo 684 del codice penale che stabilisce l'arresto da uno a tre anni per chi pubblica il testo di intercettazioni o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione. Sarà inoltre 'recuperata' una norma presente nel ddl Mastella e relativa alla modifica dell'articolo 617: si prevede la reclusione da uno a tre anni di carcere anche per "chiunque prenda illecitamente cognizione di atti del procedimento penale coperti da segreto".
Come annunciato ieri da Silvio Berlusconi, inoltre, è prevista la creazione di un archivio riservato delle intercettazioni irrilevanti o illegali e si stabilisce che il pm potrà chiedere l'autorizzazione agli ascolti non più a un gip ma ad un organismo collegiale.