{{IMG_SX}}Bruxelles, 10 giugno 2008 - È attesa per domani la decisione della Commissione europea di aprire un'indagine per aiuti di stato sul prestito ponte da 300 milioni di euro varato dal governo in favore di Alitalia, per stabilire se la misura sia compatibile o meno con le norme comunitarie in materia. Salvo sorprese dell'ultima ora, l'avvio della procedura compare all'ordine del giorno della consueta riunione settimanale del collegio Ue.

 

Il prestito, che fin da subito ha suscitato la perplessità degli uffici della direzione generale Trasporti, è giudicato "incompatibile con le norme sugli aiuti di Stato" e, secondo quanto anticipato, verrà bocciato. Il governo è invitato a "presentare le proprie osservazioni e a fornire qualunque informazione utile per la valutazione della misura concessa ad Alitalia entro un mese".

All'Italia, tuttavia, verranno concessi circa quattro mesi per trovare una cordata in grado di rilevare una compagnia di bandiera, e anche la restituzione del prestito - già erogato e trasformato in patrimonio per evitare di dover portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento - non è immediata.

Entro 15 giorni l'Italia dovrà infatti indicare a Bruxelles come adempiere alla richiesta ed entro un mese dovrà inviare la sua risposta alle contestazioni mosse dalla Commissione. "In particolare - spiega la Commissione - dovrà fornire qualsiasi informazione utile sull'uso da parte di Alitalia della facoltà offertale di imputare il prestito in conto capitale, in modo di consentire alla Commissione di analizzare la natura esatta della misura". "L'aspetto importante è che viene dato all'Italia il tempo per organizzarsi", sottolinea una fonte comunitaria, aggiungendo: "La procedura era inevitabile, la misura è impresentabile".

Tanto più che le compagnie aeree europee hanno iniziato a dare battaglia da subito e a invocare una posizione di fermezza davanti alla compagnia. Alla fine della settimana scorsa British Airways, Virgin Atlantic, Finnair, Sas, Iberia e Tap hanno inviato una lettera al Commissario Europeo ai Trasporti, Antonio Tajani, per protestare contro il prestito-ponte. "Crediamo che senza questo aiuto Alitalia cadrebbe al di sotto del limite minimo delle necessità di capitale e sarebbe costretta dalla legge italiana a dichiarare bancarotta e quindi a cessare le operazioni", hanno dichiarato le compagnie, chiedendo a Bruxelles di avviare "un'inchiesta approfondita" sulla vicenda.

Alitalia non potrebbe infatti più ricevere aiuti di Stato fino al 2011, poiché gli ultimi sono stati concessi nel 2001 secondo il principio del "one time, last time", ossia 'una volta per l'ultima volta'. Gli uffici dell'ex commissario per i Trasporti Jacques Barrot, ora sostituito da Antonio Tajani, avevano inviato il 24 aprile scorso una lettera dai toni "piuttosto duri", chiedendo al governo di notificare la misura, di sospendere il prestito fino alla fine dell'analisi e minacciando, nel caso i soldi fossero versati, come poi è avvenuto, di aprire una procedura d'infrazione per chiederne il rimborso.

 

 

INTESA SANPAOLO: NESSUN RUOLO NEL PRESTITO DEL TESORO
L'ipotesi circolata sulla stampa e relativa a un qualsiasi ruolo
di Intesa Sanpaolo relativo al prestito ponte emesso dal Tesoro nei confronti di Alitalia è priva di ogni fondamento. E' quanto ha riferito un portavoce di Intesa Sanpaolo, a margine della conferenza stampa che si è svolta oggi all'Istituto Italiano di Cultura di New York, con cui l'amministratore delegato della banca italiana, Corrado Passera, ha illustrato i progressi raggiunti dal progetto "Project Malawi".