{{IMG_SX}}Roma, 4 giugno 2008. - Lavorare di più, ma per tre settimane al mese dal lunedì al venerdì. Abolendo, quindi, la settimana corta. Ma ad essere 'corto' sarebbe il mese, perché la quarta settimana prevederebbe una totale sospensione dei lavori.

 

È questa la proposta che ha avanzato stamattina il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ai presidenti delle 14 commissioni permanenti di Montecitorio, che l'hanno accolta all'unanimità. Ma per essere effettiva serve il passaggio in conferenza dei capigruppo. La questione sarà già all'ordine del giorno della riunione prevista per questa sera alle 18.


L'obiettivo è quello di cancellare la cattiva abitudine, ormai consolidata da anni, di deputati al lavoro soltanto dal martedì al giovedì: settimane cortissime che, nonostante i diversi tentativi già compiuti nelle scorse legislature, tali sono rimaste.


La Lega già a metà maggio aveva posto il problema
con Roberto Cota (il capogruppo leghista) che aveva lamentato il fatto che si iniziasse a lavorare martedì alle 12 e si finisse il giovedì alle 16 e aveva proposto di lavorare dal lunedì al venerdì, anche la sera, per tre settimane e poi di dedicare una settimana al «lavoro sul territorio».


Il presidente della Camera si è ritrovato, quindi, in perfetta sintonia con la Lega: «Per qualificare il Parlamento agli occhi della pubblica opinione - ha detto Fini nel corso della riunione - il primo criterio che dobbiamo adottare è quello di organizzare i lavori in modo tale da dimostrare che la Camera, i parlamentari lavorano davvero per una settimana intera». Lo scopo, come ha spiegato Fini, è quello di «garantire un livello di attività della Camera superiore alle passate legislature».

 

Infatti, se le tre settimane saranno (come si propone il presidente della Camera) a ritmo serrato, si garantirebbe una maggiore produttività. E a dimostrarlo sarebbe il conteggio delle ore: con la proposta di Fini si raggiungerebbero 28 ore a settimana e 85 ore al mese di sedute con votazioni. Più del passato.