{{IMG_SX}}Roma, 28 maggio 2008 - Famiglie italiane sempre più in difficoltà: sono il 14,6% quelle che non riescono ad arrivare alla fine del mese. É il quadro che emerge dal Rapporto annuale dell'Istat 2007, presentato alla Camera, che sottolinea come il 28,4% delle famiglie dichiara anche di non riuscire a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare e il 66,1% dichiara di non essere riuscita a mettere da parte dei risparmi nell'ultimo anno. Un dato che si riferisce al 2006 e che è sostanzialmente in linea con il 2005.


Secondo l'Istat, inoltre, nel 2006 il 4,2% dei nuclei familiari dichiara di non aver avuto denaro per comprare cibo, il 10,4% per pagare le spese mediche, il 7% per il trasporto, l'11,7% per le tasse e il 16,8% per l'acquesto di vestiti. Il 9,4% delle famiglie dichiara di essersi trovato in difficoltà con il pagamento delle bollette di luce, gas e telefono e il 3,7% con l'affitto mensile o il mutuo. Maggiore il disagio al Sud rispetto al Nord del paese dove i redditi familiari sono mediamente più elevati.


 

Sono le famiglie in cui sono presenti figli minori e quelle composte da persone sole quelle più esposte a condizioni di disagio e più spesso in ritardo nei pagamenti.


Inoltre tra le famiglie che pagano un mutuo ben il 61,1% considera pesante, spiega l'Istat, il relativo carico finanziario e la metà degli affittuari giudica onerose le spese per l'affitto. Il 47,4% reputa pesanti le spese generali per la casa e il 45,8% giudica gravosi i debiti diversi dal mutuo. Famiglie che, spiega l'Istat, nel 2005 hanno guadagnato per il 50% meno di 1.900 euro al mese.


Inoltre nel 2006, rispetto all'anno precedente risultano più elevate le percentuali di famiglie con 5 o più componenti che dichiarano difficoltà ad arrivare a fine mese (23,8% rispetto al 22,5% del 2005), di essere in arretrato con le bollette (22,1% contro il 20,4% del 2005) e di non poter sostenere una spesa imprevista (34,7% rispetto al 33,5% del 2005).

 

 

OCCUPAZIONE

Prosegue il calo della disoccupazione iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli 'inattivì, ossia coloro che non cercano più un lavoro perchè sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 3 milioni. È questa la 'diagnosì dell'Istat, nel rapporto annuale sulla situazione del Paese.


Nel 2007, in Italia, i disoccupati sono poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c'è da dire che dal 2003 la diminuzione della disoccupazione non si accompagna ad un aumento significativo del tasso di occupazione, bensì ad un allargamento dell'inattività dovuto soprattutto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro.

Nel 2007 la «zona grigia» delle persone interessate a lavorare, ma scoraggiate circa le proprie possibilità d'impiego conta quasi tre milioni di persone (+318.000 rispetto al 2004). L'incidenza degli inattivi aumenta con il crescere dell'età e nelle regioni meridionali (48%) dove ci sono minori opportunità d'impiego e maggiore sfiducia.

 

REDDITI & REGIONI

È la provincia autonoma di Bolzano l'area italiana con il reddito medio familiare più elevato (esclusi i fitti imputati): circa 32.000 euro l'anno contro una media nazionale di 27.736 euro. Segue la Lombardia con oltre 31.500 euro. In fondo alla classifica si colloca invece la Sicilia con poco meno di 21.000 euro.

Al netto dei fitti imputati il divario fra il reddito familiare medio del Nord e quello del Mezzogiorno è, in termini assoluti, di circa 7.000 euro l'anno, mentre sale a 10.000 euro se si considerano anche i fitti imputati. In termini relativi, l'Istat registra che il reddito delle famiglie che abitano nel Mezzogiorno è approssimativamente pari a tre quarti di quello delle famiglie del Centro-Nord.

 

MATRIMONI MISTI

Non hanno confini, arrivano da ogni parte del mondo e tutti insieme costituiscono un vero e proprio puzzle etnico e culturale che non ha precedenti nella recente storia europea: e' questo il mondo degli stranieri in Italia secondo il rapporto annuale dell'Istat, che fotografa una realta' fatta di persone giovanissime, concentrate soprattutto al nord e al centro del paese. Uomini e donne che, rispetto al passato, sempre piu' spesso finiscono per sposarsi con un italiano: e se per rumene, ucraine, russe e moldave e' semplice catturare un maschio italiane, le donne del nostro paese preferiscono soprattutto l'Africa, pescando fra marocchini e tunisini.


Se negli altri paesi europei- fa notare l'Istat- l'immigrazione proviene in larga misura da una sola nazione o area geografica, gli stranieri regolarmente presenti in Italia provengono invece da ogni area del mondo, creando un "puzzle etnico e culturale": le prime cinque comunita' presenti sul nostro territorio, che racchiudono complessivamente meno della meta' dei residenti, sono quelle di Romania (640mila), Albania (400mila), Marocco (370mila), Cina (160mila) e Ucraina (135mila).
 

 

 

I NATI STRANIERI

Nel 2006 i nati da coppie di genitori stranieri sono stati quasi 58 mila, pari al 10,3 per cento del totale dei nati della popolazione residente. Questa proporzione sale al 14,3 per cento se si considerano anche i nati da coppie miste. Quando entrambi i genitori sono stranieri, questi provengono prevalentemente dal Marocco (circa 9 mila nati), dall'Albania (7 mila e seicento) e dalla Romania (6 mila e ottocento).

Più in generale si osserva un'elevata omogamia per le comunità asiatiche e africane. Nel 2006 le cittadine straniere residenti hanno avuto in media 2,5 figli per donna, il doppio di quelli avuti dalle italiane (1,26).
Questa maggiore propensione ad avere figli mostrata dalle cittadine straniere ha contribuito significativamente alla ripresa della fecondità osservata nel nostro Paesedal 1995 per il complesso della popolazione residente (da 1,19 a 1,33 figli per donna nel 2007).

 

 

STRANIERI RESIDENTI

Uno straniero su quattro risiede in Lombardia, ma proporzioni superiori al 10 per cento del totale degli stranieri residenti si registrano anche in Veneto, Emilia Romagna e Lazio.  Albanesi, marocchini e romeni sono presenti in modo significativo in tutte le aree del Paese. Al prImo gennaio 2007 gli albanesi rappresentano la comunità prevalente in Toscana (più di 51 mila individui, pari al 22 per cento del totale dei residenti stranieri nella regione).

I marocchini sono la comunità straniera più numerosa in Emilia Romagna (54 mila, pari al 17 per cento), mentre i romeni prevalgono nel Lazio (76 mila, pari al 23 per cento). Gli stranieri residenti sono prevalentemente giovani e in età attiva: uno su cinque è minorenne, uno su due ha un'età compresa tra i 18 e i 39 anni.

Risiedono prevalentemente nelle regioni del nord e del centro del Paese: il 36,3% nel nord ovest, il 27,3 nel nord est, il 24,8% nel centro e l'11,65% nel Mezzogiorno.

 

Cresce in maniera consistente il numero degli immigrati in Italia. Nel 2007 ne registra 3,5 milioni secondo le stime redatte al primo gennaio 2008, pari al 5,8% del totale dei residenti.
Ad aumentare maggiormente sono stati i rumeni per circa 300.000 unità, contribuendo così a portare alla metà del totale gli immigrati dai Paesi dell'Est europeo, sia comunitari che extracomunitari: dopo i rumeni (640.000), vengono gli albanesi (400.000), i marocchini (370.000), i cinesi (160.000) e gli ucraini (135.000).


Gli stranieri residenti in Italia sono prevalentemente giovani o in età attiva: uno su cinque è minorenne, la metà ha un'età compresa fra i 18 e i 39 anni. Risiedono soprattutto nelle regioni dell'Italia settentrionale: il 36,3% nel Nord-Est, il 27,3% nel Nord-Ovest, il 24,8% nel Centro e l'11,6% nel Sud e nelle due Isole.
In particolare, proporzioni superiori al 10% del totale degli stranieri si riscontrano in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio.