{{IMG_SX}}Roma, 24 maggio 2008 - ''Famiglie e imprese potranno concretamente risparmiare dal 20 al 30% sulla bolletta elettrica''. Così l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, spiega in un'intervista al Messaggero quali potranno essere i vantaggi del ritorno al nucleare nelle tasche degli italiani. Secondo Conti, inoltre, si potrebbe arrivare a ''posare la prima pietra'' prima del 2013, scadenza fissata dal ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola. ''Volendo, si puo' anche anticipare a quattro anni'', precisa.

 

Il numero uno del gruppo elettrico spiega che ''servirebbero cinque centrali da 1.600 Mw per rimpiazzare'' la quota di energia nucleare che già importiamo, pari al 20% del fabbisogno nucleare. Per i costi, si viaggia intorno ai 3-3,5 miliardi di euro per i reattori di terza generazione: ''Ma il vantaggio del nucleare - sottolinea l'a.d. - è che il costo variabile di produzione è drasticamente più basso che con le altre fonti''. Ma soprattutto, ribadisce Conti, ''con l'atomo l'Italia può raggiungere l'indipendenza energetica che oggi e' uno dei nostri maggiori problemi''.

 

 

DA SINISTRA SPUNTA L'IDEA DEL REFERENDUM

Un nuovo referendum per dire no al nucleare. E' quanto prospetta Alfiero Grandi, esponente di Sinistra Democratica ed ex sottosegretario all'Economia del governo Prodi. In un'intervista al Corriere della Sera, Grandi spiega: "Anche se la sinistra non è in Parlamento è perfettamente in grado di promuovere un nuovo referendum sul nucleare".

 

Una decisione che, nelle parole di Grandi, nasce da diverse considerazioni: "Il ministro Scajola parlando di centrali nucleari ha buttato il cuore oltre l'ostacolo molte volte. La prima quando ha parlato di centrali nucleari già pronte nel 2013, evidentemente dimenticando che i tempi di realizzazione sono per forza di cose più lunghi".
"La seconda - ha aggiunto Grandi - quando ha parlato di nucleare senza problemi, dimenticando di dire che questa tipologia per ora è allo studio, ma nel mondo semplicemente non esiste. Quindi l'unico nucleare disponibile è quello che genera problemi rilevanti di sicurezza per i cittadini".

 

Per questi motivi, ha concluso Grandi, la sinistra "e quanti hanno a cuore la sicurezza e si ispirano al fondamentale principio di precauzione promuoveranno un referendum sulle misure del Governo e a quel punto si vedrà".