Roma, 19 maggio 2008. - "Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride". E' quanto afferma Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunita' in merito alla parata omosessuale nazionale che si terra' il 28 giugno a Bologna per la quale oggi viene chiesto ufficialmente il patrocinio al ministero, che sara' negato.

"Hanno obiettivi che non condivido- sottolinea Carfagna in un'intervista al Corriere della Sera- io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi".


Secondo il ministro "l'unico obiettivo dei Gay Pride" e' quello "di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo non posso certo essere d'accordo". Per Carfagna l'omosessualita' "non e' piu' un problema, perlomeno cosi' come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti- conclude il ministro- i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella societa' esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare".

 

GRILLINI 

 "Mi sembra che per il ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anziché svolgere una positiva attività di governo. Le sue sono solo due battutacce da bar che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità". Lo afferma Franco Grillini dei Socialisti.
 

 

LA REPLICA DELL'ARCIGAY

L'arcigay chiede di incontrare il ministro delle Pari Opportunità dopo le sue dichiarazioni. "Siccome ci teniamo che il ministro Mara Carfagna possa emanciparsi dal ruolo di matrigna - afferma Aurelio Mancuos, presidente nazionale di Arcigay - le chiediamo ufficialmente di incontrarci affinchè possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la svegli".

 

"Ci chiediamo - dice Mancuso - come faccia a sostenere il ministro che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali? Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive, perchè ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta. Le persone lgbt in carne ed ossa soffrono e lottano molto più delle persone etero per portare avanti il loro amore e a volte sono costrette e nascondere il loro orientamento sessuale, in famiglia, a scuola, al proprio datore di lavoro".

 

"È disumano affermare che non si voglia alcun tipo di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali: evidentemente la Carfagna non sa quante siano i drammi vissuti in questi anni dalle persone che non possono dare una prospettiva, una dignità ai loro rapporti d'amore. Se a questo assommiamo la fiera negazione del patrocinio al Pride nazionale di Bologna del 28 giugno, la Carfagna invece che un ministro della Repubblica, sembra aver assunto il ruolo della matrigna di Cenerentola. Un ministro non si occupa dei singoli casi di discriminazione, per questo ci sono gli avvocati e gli ottimi sportelli della Cgil che da anni collaborano con Arcigay e le altre associazioni lgbt"

 

"A lei chiediamo di assumersi il compito e la responsabilità di scrivere una legge perchè tutte le discriminazioni, quindi anche quelle contro le donne, siano evitate. Quando il ministro avrà tempo potrà, in questo senso, leggersi gli atti parlamentari della scorsa legislatura ed apprendere che proposte del genere erano state avanzate dal precedente governo ed erano in discussione nelle competenti commissioni.

 

"Ristabiliamo, infine, la verità: sono 14 gli omicidi di persone lgbt e in due anni sono 50 sono gli atti gravi di violenza denunciati. Migliaia inoltre - conclude Mancuso - sono gli episodi di discriminazione subiti dalle persone lgbt, che non emergono perchè milioni di gay e lesbiche sono costretti alla clandestinità sociale, in assenza di quelle leggi di tutela e di riconoscimento ormai in vigore in tutta Europa".

 

LUXURIA

"Questo ministero, con a capo Mara Carfagna, non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunita'. Si tratta, quindi, di un ministero inutile che di fatto non ci rappresenta". Cosi' Vladimir Luxuria, esponente de La Sinistra L'Arcobaleno, commenta ai microfoni di Ecotv le parole del ministro Carfagna sul Gay Pride.