{{IMG_SX}}Roma, 6 maggio 2008 - L'Autorità Garante per la privacy ha giudicato illegittima la modalità di diffusione dei dati sulle dichiarazioni dei redditi operata dall'Agenzia delle Entrate.
Il Collegio dell'Authority (composto da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato), nel ribadire quanto già sostenuto nel provvedimento con il quale aveva immediatamente invitato a sospendere la pubblicazione on line, ha stabilito poi che l'Agenzia dovrà far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005.

 

All'orIgine della decisione, il contrasto con la normativa in materia. In primo luogo, perchè il Dpr n.600/1973 stabilisce che al direttore dell'Agenzia delle entrate spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore. L'inserimento dei dati in Internet, inoltre - prosegue il Garante - appare di per sè non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati. L'uso di uno strumento come Internet rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini.


L'immissione in rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti «filtri» per la consultazione on line) da parte dell'Agenzia delle entrate ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza.

Tale modalità ha, inoltre, dilatato senza limiti il periodo di conoscibilità di dati che la legge stabilisce invece in un anno. L'Autorità ha poi rilevato che non è stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge, specificando poi che va ritenuta illecita anche l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Internet dell'Agenzia, il che potrebbe a conseguenze di carattere civile e penale.

 

Il Garante ha stabilito infine di contestare all'Agenzia, con separato provvedimento, l'assenza di un'idonea informativa ai contribuenti riguardo alla forma adottata per la diffusione dei loro dati ed ha disposto la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale. La procura di Roma acquisirà il testo integrale dello stesso, che va ad aggiungersi agli altri elementi raccolti dalla polizia postale e consegnati ieri al procuratore aggiunto Ionta e al pm Polino.

 

L'AGENZIA SI ADEGUA AL GARANTE

L'Agenzia delle entrate, "preso atto del provvedimento adottato oggi dal Garante della privacy, che inibisce la diffusione tramite internet degli elenchi dei contribuenti relativi al 2005, si adegua alla decisione che è stata già preceduta dalla sospensione adottata il 30 aprile scorso". L'Agenzia - si legge in una nota - precisa che, come sottolineato dal Garante nel provvedimento, "restano tuttavia impregiudicate le altre forme di legittimo accesso agli elenchi consultabili da chiunque presso comuni interessati e uffici dell'Agenzia competenti territorialmente, ai fini di un loro legittimo utilizzo anche per finalità giornalistiche". Gli elenchi, disponibili presso i comuni dal 28 aprile scorso, saranno consultabili anche presso gli uffici dell'Agenzia nei prossimi giorni.

 

I MASS MEDIA

I mezzi d'informazione potranno rendere noti i dati dei contribuenti che, per il ruolo svolto, sono di sicuro interesse pubblico, a patto però che le informazioni vengano reperite secondo la legge, cioè presso i Comuni. E' quanto ha stabilito l'Autorità Garante per la Privacy che ha concluso l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia delle entrate, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 2005 dei contribuenti italiani.


L'Autorità ha specificato che va ritenuta "illecita" l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Internet dell'Agenzia. "Tale ulteriore diffusione può esporre a conseguenze di carattere civile e penale", avverte il Garante.


Tuttavia "resta fermo il diritto-dovere dei mezzi di informazione di rendere noti i dati delle posizioni di persone che, per il ruolo svolto, sono o possono essere di sicuro interesse pubblico, purché tali dati vengano estratti secondo le modalità attualmente previste dalla legge".

 

La modalità utilizzata dall'Agenzia per diffondere i dati delle dichiarazioni dei redditi "è illegittima". È quanto afferma l'Autorità Garante per la privacy che ha concluso l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia delle entrate, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani.


PRODI NON SAPEVA NULLA

Romano Prodi non sapeva della pubblicazione dei dati dei contribuenti su Internet. Così l'Agenzia delle Entrate smentisce quanto riportato dal quotidiano Metro sulla pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi on line. "E' totalmente falso", spiega l'Agenzia, quanto riportato dal quotidiano, secondo cui il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, avrebbe informato il presidente del Consiglio uscente della diffusione on line degli elenchi dei contribuenti.


"E' privo di ogni fondamento - aggiunge l'Agenzia - che nella dichiarazione resa ieri alla Polizia postale il direttore abbia fatto alcun riferimento diretto o indiretto al presidente del Consiglio".

 

DI PIETRO: CHI E' ONESTO NON HA NULLA DA TEMERE

''L'Italia dei Valori apprezza la pubblicazione dei tabulati dei redditi degli italiani perche' chi guadagna onestamente non ha nulla da temere, nulla da nascondere e nulla di cui vergognarsi''. E' quanto ha dichiarato il ministro uscente Antonio Di Pietro questa mattina a 'Omnibus' su LA7 a proposito della pubblicazione su internet dei dati dell'Agenzia delle Entrate.

 

ALL'ASTA SU E-BAY

"Nel sito di aste online www.ebay.it è stata messa in vendita la 'dichiarazione redditi 2005 di tutto il popolo italiano" (testuale) a 38,50 sterline, ovvero 49,29 euro". Lo ha denunciato alla procura di Roma e all'Autorità garante per la proezione dei dati personali l'associazione Telefono Antiplagio.

"L'utente che ha offerto la lista con la formula 'compralo subitò - si legge nell'esposto - si chiama 'brazo78' e sostiene che il cd-rom con i nomi dei contribuenti si trovi a San Marino. L'oggetto può essere pagato tramite Paypal, banca online di Ebay, o con carta di credito". L'offerta è rimasta visibile per poche ore, poi è stata rimossa.

 
L'associazione, "pur essendo favorevole alla trasparenza di tutti gli atti amministrativi", ritiene che "fare commercio di quelli riguardanti i redditi dei cittadini sia disdicevole e illecito, soprattutto dopo l'interessamento della Procura della Repubblica di Roma e l'intervento del Garante per la Privacy".

 
Telefono Antiplagio chiede, a tutela di 38 milioni di contribuenti, "la verifica delle informazioni in nostro possesso ed un eventuale intervento nei confronti dell'utente-ebay 'brazo78', del dominio ebay.it, di Ebay Italia srl, in quanto intestataria dello stesso dominio ed interessata a simili vendite perchè garantiscono una provvigione, di altri possibili tentativi di vendita, sempre su ebay.it, dei redditi in questione".

 
L'associazione segnala anche, sempre a proposito di imposte, "che Ebay Italia srl opera nel nostro Paese da 7 anni, ma emette fatture dal Lussemburgo: nel 2005 ha dichiarato pubblicamente 25 milioni di euro di profitti che, presumibilmente, non sono stati denunciati in Italia".