{{IMG_SX}}Roma, 4 maggio 2008 - Il Codacons, insieme con l`associazione utenti servizi finanziari, che è federata all'associazione dei consumatori, si è costituita parte offesa davanti al pm della procura di Roma che indaga sulla vicenda delle denunce dei redditi in rete ed ha presentato una richiesta di risarcimento danni di 20 miliardi di euro, pari a 520 euro per ciascuno dei 38 milioni di contribuenti i cui redditi sono stati messi in rete dall'agenzia delle entrate.


Il Codacons ha nominato l`avvocato romano Claudio Coratella per tutelare gli interessi dei contribuenti "messi in rete senza il rispetto delle procedure previste dalla legge 241/90 come modificata dalla legge 15/05". Nella istanza si chiede anche il sequestro degli elenchi dei redditi dei contribuenti da chiunque detenuti, anche attraverso l`oscuramento dei siti che ancora li offrono in visione gratuita o a pagamento. Alle 14 una copia della denuncia è stata presentata anche sulla scrivania della polizia postale e della autorità della privacy che "potranno quindi agire anche autonomamente".

 

Il Codacons ha anche diffuso una sorta di decalogo per chiarire quando la diffusione di una denuncia dei redditi non costituisce reato.
"Laddove si tratti di redditi di soggetti che in vario modo sono alimentati da danaro pubblico o comunque destinati a finalità pubbliche - spiega Carlo Rienzi, il presidente del Codacons - è sicuramente ammissibile l`accesso alla denuncia dei redditi e la sua pubblicazione.Ancora sono pubblicabili i redditi di soggetti dello spettacolo, della politica,dello sport, della società civile, la cui notorietà e rilevanza e interesse sociale e faccia scattare il diritto-dovere di cronaca. E altrettanto accessibili sono le denunce dei redditi quando esse servono al cittadino per difendersi in giudizio".

 

"In pratica - conclude Rienzi - chi vuole mettere il naso negli affari altrui deve avere un interesse qualificato e concreto, come stabilisce l`art. 25 della legge 241/90, e deve in ogni caso lasciare traccia della sua domanda di accesso e del suo interesse. E` invece sicuramente da escludersi la possibilità di pubblicare tutte le denunce dei redditi su internet in modo generalizzato, e ciò innanzitutto perchè tale pubblicazione non garantisce più né sui soggetti che ne vengono in possesso, né sul rispetto dei limiti temporali della pubblicità degli atti".