{{IMG_SX}}ROMA 1 MAGGIO 2008 - "Basta!". E' il "grido" che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fa suo, nel giorno della Festa dei lavoratori, per dire che la catena di morti sul lavoro va spezzata. Prendendo la parola alla cerimonia in ricordo delle vittime sul lavoro al palazzo dell'Inail, Napolitano ha ricordato le ultime tragedie e ha avvertito che "non si può continuare così: non ci si può rassegnare come ad una inevitabile fatalità". Il capo dello Stato ha quindi lanciato una forte esortazione: "Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, impegnarci concretamente e a fondo".


Ci sono alcuni temi come quello della sicurezza sul lavoro che devono vedere azioni "condivise e continue" tra maggioranza e opposizione. All'indomani dell'insediamento delle nuove Camere, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna sulla necessità di non ridurre ogni tema a una contrapposizione continua tra Governo e maggioranza, prendendo ad esempio la questione della sicurezza sul lavoro.

Il Capo dello Stato  ribadisce il suo "apprezzamento" davanti al discorso del nuovo presidente della camera, Gianfranco Fini, che ha invitato tutti i deputati "senza distinzione" al massimo impegno per garantire il diritto al lavoro in condizioni di sicurezza. E' proprio questa passaggio del discorso dell'insediamento di Fini a confortare Napolitano sulla possibilità di un dialogo fra forze opposte su temi di interesse nazionale.
"Ne sono incoraggiato - spiega il Presidente - nel ritenere che vi siano in Italia questioni, come quella di cui stiamo parlando, che possono essere affrontate attraverso la condivisione e quindi la continuità delle necessarie linee di intervento, al di là delle pur fisiologiche contrapposizione politiche e dell'alternarsi delle maggioranze e dei Governi".

 

Un ringraziamento a tutti i lavoratori e un pensiero anche per quelli immigrati. A rivolgerlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso alla cerimonia del Primo Maggio all'Inail.
"Consentitemi di ringraziare oggi - ha detto Napolitano - anche quei lavoratori che da Paesi diversi e lontani sono venuti in Italia e in Europa specie negli ultimi decenni".
Il Presidente ha ricordato che "gli incidenti non discriminano, essi colpiscono ugualmente lavoratori nazionali e immigrati. Anzi, dal momento che i lavoratori immigrati sono più spesso assunti nell'economia sommersa sono anche più a rischio".
"Chi lavora in nero, infatti - ha concluso Napolitano - manca di formazione e spesso degli strumenti necessari a proteggersi contro gli incidenti. E oggi tra le categorie a rischio troviamo in modo particolare i precari, anch'essi poveri di formazione, e gli anziani, sui quali pesano maggiormente condizioni di stress".