{{IMG_SX}}Palermitano, classe 1950, avvocato patrocinante in Cassazione, Schifani compirà 58 anni l'11 maggio, è sposato con Franca, con cui spesso si fa vedere allo stadio, e padre di due figli maschi: Roberto e Andrea. Patito della musica di Elvis Presley e di pesca subacquea, passione che lo accomuna a Gianfranco Fini, che si appresta a diventare suo omologo alla Camera dei deputati, dopo un passato di elettore diccì, nel 1995 aderisce a Forza Italia e un anno dopo debutta in Parlamento grazie al Cavaliere, "l'uomo che lo ha riavvicinato alla politica". Nel 2001, realizza il suo "sogno", quello di diventare capogruppo al Senato (poi riconfermato nel 2006): "Non ho scalpitato e non scalpiterò mai per fare il ministro", assicurava. Chi lo conosce, d'altronde, conferma che è un uomo capace di aspettare il momento giusto.

 

Siciliano verace, Schifani è stato protagonista nel 2002 della battaglia parlamentare per la stabilizzazione del 41 bis, che ha trasformato il carcere duro per i mafiosi da istituto straordinario e provvisorio in misura definitiva inserita a regime nel nostro ordinamento. Ha messo la firma anche sul lodo che porta il suo nome, che prevedeva l'immunità e la sospensione dei processi in corso per le cinque più alte cariche dello Stato, bocciato però dalla Consulta nel gennaio 2004.

 

In poco tempo, Schifani diventa il volto di Forza Italia per i pastoni dei tg, protagonista del 'panino' informativo stigmatizzato dal centrosinistra. Sempre pronto a scendere in campo per difendere il Cavaliere, una volta non esitò a rievocare la figura del Conte di Cavour per ribattere alle accuse sul conflitto d'interessi, ricordando che anche lo statista risorgimentale possedeva giornali, proprietà terriere e altri incarichi. Fu proprio su consiglio di Berlusconi che, alla vigilia dell'estate del 2005, Schifani decise di dare un taglio al proverbiale riporto, tratto distintivo dell'uomo al punto da diventare protagonista di una gag di Corrado Guzzanti: "Berlusconi è stato il deus ex forbice ma, battute a parte, da tempo avevo deciso di darci un taglio", confidò il presidente dei senatori azzurri a Libero, assicurando di essersi "semplicemente stancato" della geometrica acconciatura: "Era diventato insopportabile e richiedeva troppa manutenzione".

 

Nonostante la profonda ammirazione per il Cavaliere, "l'amicizia è una cosa seria", Schifani non si è tirato indietro quando si è trattato di dare qualche suggerimento duro al leader: "Lo porto nel cuore, ma quando si vuol bene ad una persona si trova anche il coraggio di tirar fuori un'opinione diversa. E capitato, e anche questo è di sicuro un elemento di forza del nostro rapporto".