{{IMG_SX}}Bruxelles, 28 aprile 2008 - Si intitola "marcata frenata in corso" il capitolo sull'Italia delle previsioni di primavera pubblicate oggi dalla Commissione europea. Descrivendo una crescita "ben al di sotto" di quella della zona euro, Bruxelles evidenzia come "il persistente divario negativo di crescita con la media della zona euro si accrescerà ulteriormente nonostante l'esposizione relativamente modesta del settore bancario italiano alla crisi dei mutui subprime".

 

Tra i problemi dell'economia italiana, la Commissione evidenzia "la persistente sfida per la produttività", con la produttività del lavoro destinata ad aumentare solo dello 0,2% nel 2008 e nel 2009. "La decelerazione della crescita dipende da tutte le componenti della domanda", si legge. "I consumi privati perderanno slancio per via dell'inflazione più alta e della fiducia in calo, anche se l'aumento degli stipendi e dell'occupazione sosterrà il reddito nominale disponibile. Il tasso di risparmio delle famiglie dovrebbe aumentare appena, in parte per via di effetti negativi per i patrimoni. Gli investimenti nel settore privato dovrebbero stagnare per via una calo dell'utilizzo di capacità e di condizioni finanziarie più strette, sia per il settore delle imprese, sia per le famiglie".

 

"Per contrasto - si legge - nel settore pubblico l'aumento degli investimenti, incluse le costruzioni non residenziali, dovrebbe rimanere sostenuto. Il calo della domanda estera e l'apprezzamento del tasso di cambio effettivo colpirà le esportazioni. Come risultato, il divario negativo della crescita italiana delle esportazioni aumenterà".

 

Secondo la Commissione, l'occupazione del 2007 è cresciuta dell'1% rispetto all'anno precedente, dopo un +1,7% nel 2006. "Come risultato, la crescita della produttività ha avuto una leggera accelerazione rispetto ad un risultato quasi piatto nel 2006 e la crescita del costo del lavoro per unità è rallentata. Il tasso di disoccupazione è sceso ulteriormente, al 6,1% nel 2007 dal 6,8% nel 2006. Il declino è stato concentrato nei primi tre trimestri dell'anno, quando è stato associato con una riduzione delle persone attivamente all'origine di un impiego, particolarmente nel sud".

 

PIL

 

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l'Italia: per il 2008 le previsioni sono di un prodotto interno lordo in aumento dello 0,5%, contro lo 0,7% previsto a febbraio, lo 0,6% indicato dal governo e lo 0,3% stimato dal Fondo monetario internazionale. Per il 2007, invece dell'1,9% stimato in precedenza e poi ritoccato all'1,8%, il pil è stato dato in crescita dell'1,5%, in linea con le previsioni del governo. Nel 2009 la crescita - secondo quanto si legge nelle previsioni di primavera della Commissione europea - sarà dello 0,8%, contro l'1,4% stimato in autunno.

 

INFLAZIONE

 

Nel 2008 l'inflazione italiana toccherà il 3%, per poi tornare al 2,2% nel 2009. E' quanto indica la Commissione europea nelle previsioni di primavera, ricordando che nel 2007 il dato si è attestato al 2%, "in calo rispetto al 2,2% dei due anni precedenti".

 

"L'aumento dei prezzi del petrolio e degli alimentari - si legge nel capitolo dedicato all'Italia - ha fatto salire l'inflazione anno su anno nell'ultima parte dell'anno. Assumendo prezzi del petrolio e delle materie prime stabili nel periodo di previsione, l'inflazione dovrebbe progressivamente scendere dal 3,3% dei primi due trimestri del 2008 per raggiungere il 2,5% alla fine dell'anno, per via di un effetto base minore". "Nel complesso l'inflazione per il 2008 dovrebbe raggiungere il 3%. Nel 2009 l'inflazione potrebbe rallentare ulteriormente al 2,2%", si legge.

 

LE PREVISIONI

La crescita nei paesi dell'euro sarà dell'1,7% nel 2008 e dell'1,5% nel 2009, dal 2,6% del 2007. Appena meglio nell'Europa a Ventisette, con un rispettivo 2% e 1,8%, da un 2,8% del 2007. Sono le previsioni di primavera della Commissione europea, diffuse oggi a Bruxelles, che confermano il rallentamento dell'economia per quest'anno e il prossimo, anche se non sui livelli (1,3% nel 2008 per l'Area euro) previsti dall'Fmi.

 

Il rallentamento della crescita, spiega la Commissione, è dovuto al prolungarsi delle tensioni nei mercati finanziari, il rallentamento dei mercati Usa e la crescita dei prezzi delle materie prime, "un insieme di elementi che stanno facendo pagare il loro prezzo nell'attività globale".

 

L'economia europea, secondo gli uomini del commissario Joaquin Almunia, sta in realtà "reggendo relativamente bene grazie a dei fondamentali solidi, e ci si aspetta che nel biennio 2008-2009 si creino 3 milioni di nuovi posti di lavoro in aggiunta ai 7,5 milioni nati tra il 2007 e il 2007".

 

L'inflazione resta però un grave problema, "e ci si attende che cresca del 3,6% quest'anno, contro il 2,4% del 2007 a causa dell'andamento dei prezzi energetici e alimentari, per poi ridiscendere al 2,4% nel 2009". Nell'Area euro gli andamenti sono appena migliori: rispettivamente 3,2% e 2,2%, contro il 2,1% del 2007.

 

La Commissione precisa che nelle previsioni di oggi rispetto a quelle d'autunno la contrazione di crescita prevista è di mezzo punto percentuale. Circa gli Stati Uniti, il cui rallentamento è tra le cause della modesta crescita prevista per l'Europa, la Commissione prevede una crescita dello 0,9% nel 2008 e dello 0,7% nel 2009, contro il 2,2% del 2007.

 

Secondo la Commissione l'incertezza sulla dimensione della crisi creditizia durerà sino alla fine di quest'anno, per esaurirsi nella prima metà del 2009. "Il fatto che non abbiamo troppo risentito degli effetti della crisi sino ad oggi- affermano le Previsioni - può voler dire che l'effetto ritardato sia più lungo del previsto o che l'elasticità nella Ue è cresciuta più di quanto ci aspettassimo".

 

Se abbiamo tenuto, ribadisce la Commissione, è perchè in Europa non ci sono grandi squilibri macroeconomici e grazie alla salute delle finanze pubbliche, anche se le differenze tra gli Stati membri "restano ampie". Da valutare anche il positivo dato della disoccupazione, "ai più bassi livelli da 15 anni". Nonostante l'alleggerimento della situazione del mercato del lavoro, evidenzia la Commissione, la crescita dei salari accelererà dal 2,9% del 2007 al 3,8% quest'anno, temporaneamente sostenuta da alcune misure di sostegno al reddito, come in Germania, prima di ridiscende al 3,5% l'anno prossimo.

 

Il debito pubblico, dopo aver ottenuto i migliori risultati dal 2000 fermandosi allo 0,9% del pil (lo 0,6% nell'Area euro) ricomincerà a crescere nel 2008 all'1,2% (1,0 nell'Aera euro) a causa del rallentamento economuco e del taglio delle tasse in alcuni Paesi. Nel 2009, a politiche invariate, ilo deficit dovrebbe più o meno stabilizzarsi. In termini strutturali il consolidamento fiscale dovrebbe avere uno stallo nel 2008.

 

In generale, secondo la Commissione, visti gli andamenti di Usa e Ue i rischi sono più bilanciati di quanto risultasse nelle previsioni dello scorso autunno. Non di meno la bilancia del rischio per la crescita continua a pendere verso il basso, in particolare nel 2009 mentre i rischi per l'inflazione tendono al rialzo.