{{IMG_SX}}Roma, 23 aprile 2008 - È il giorno della 'squadra' per la Confindustria targata Bergamo: il presidente designato, Emma Marcegaglia, ha presentato lo staff con cui dovrà gestire la complessa macchina cofindustriale in un momento certamente particolare per la vita sociale ed economica del Paese.


Alla difficile congiuntura economica si somma, infatti un nuovo Parlamento ed un nuovo Governo con cui Confindustria dovrà confrontarsi.


Per la Marcegaglia è arrivata una maggioranza 'bulgara': la giunta di Viale dell'Astronomia ha approvato la sua squadra e il programma con 103 sì su 105 votanti. Due sono stati i voti contrari e nessuno si è astenuto.



Non mancano le novità di rilievo: nella nuova squadra dei vicepresidenti della Confindustria, presentata oggi alla giunta dal presidente designato Emma Marcegaglia, c'è l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni. A Scaroni è stata assegnata la delega per le dinamiche dei nuovi scenari mondiali.

"SERVE UNA RIFORMA DEI CONTRATTI"

Basta con i veti, con la stagione dell'immobilismo e dei disaccordi interni ai sindacati. Per Cgil, Cisl e Uil è arrivato il momento di cambiare profondamente perché ora ci sono tutte le condizioni per lavorare sulla riforma del sistema contrattuale. Emma Marcegaglia, presidente designato di Confindustria, nel giorno in cui raccoglie un plebiscito bulgaro da parte della Giunta su squadra e programma, indica come priorità dell'agenda la riforma contrattuale e lancia un "forte" appello ai sindacati affinché ci si sieda subito attorno a un tavolo per "cambiare gli assetti contrattuali e le relazioni industriali". L'idea della Confindustria targata Marcegaglia è quella di un forte alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale con l'obiettivo di rafforzare la contrattazione aziendale. Nessuna apertura, invece, sui contratti territoriali, bocciati senza appello dal neo-presidente.

 

Pur riconoscendo "la legittimità e l'importanza" delle relazioni sindacali, la Marcegaglia è convinta che sia arrivato il momento di cambiare: "Così non si può più andare avanti. Abbiamo un'occasione importante per dimostrare la capacità di progettare il futuro: noi siamo disponibili, ci auguriamo che anche i sindacati colgano questa occasione". Del resto, se negli ultimi quattro anni non si sono fatti passi avanti sulla riforma dei contratti "non è colpa nostra", assicura la Marcegaglia, puntando l'indice contro i continui rinvii di Cgil, Cisl e Uil, "i riti estenuanti e inconcludenti, le interdizioni e i disaccordi interni tra le sigle sindacali".

 

Ora si può lavorare "serenamente" per raggiungere "un'intesa in tempo breve", spiega il neo-presidente lanciando però un chiaro avvertimento: "Se ci ritroveremo di fronte a una situazione di veto non staremo fermi". E a testimonianza dei "riti inconcludenti" dei sindacati, Marcegaglia cita la vicenda Alitalia: "Venti anni fa Alitalia era un'azienda simbolo del nostro Paese. E' stata scarnificata dall'insipienza, dall'assenza di coraggio e di senso di responsabilità di un ceto dirigente interno di cui i sindacati sono stati magna pars".

 

Dunque, tornando sul tema della riforma contrattuale la Marcegaglia e Alberto Bombassei, confermato vicepresidente con delega alle Relazioni industriali, si metteranno subito a lavoro senza attendere il passaggio di consegne del 21 maggio con Luca Cordero di Montezemolo. Entrando nel merito della riforma del modello contrattuale, il presidente designato degli industriali chiede un alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale definito da lei stessa "un vero tappo sulla possibilità di valorizzare il lavoro e le scelte dell'individuo".

 

Bisogna semplificare "drasticamente" insomma, il numero e il contenuto dei contratti di primo livello. Più importanza bisogna dare, invece, alla contrattazione di secondo livello "quella in cui si potrebbe coniugare - spiega - salario e produttività, sulla base delle condizioni specifiche delle aziende e delle esigenze dei dipendenti". Quanto alle ipotesi di defiscalizzare gli straordinari e i premi variabili, da Marcegaglia arriva il via libera: "Sono richieste che Confindustria fa da sempre" e che permettono "di aumentare il potere d'acquisto e la libertà di scelta dei lavoratori". Un accenno, infine, alla revisione dell'articolo 18 che "non è nell'agenda di Confindustria e nemmeno in quella del Governo", assicura la 'lady d'acciaio'.



"NIENTE ALIBI, ORA RIFORME"

Con la sinistra radicale fuori dal Parlamento "non ci sono più alibi" che impediscono alla maggioranza "chiara" uscita dalle urne di fare le riforme. Il presidente designato di Confindustria, Emma Marcegaglia, saluta con favore la "semplificazione straordinaria" del quadro politico e chiede al premier in pectore, Silvio Berlusconi, che intende incontrare a breve, un governo efficiente in grado di fare le riforme di cui il Paese ha bisogno per uscire dall'immobilismo e dalla vasta crescita a cui l'Italia "non è condannata". E' il momento di rimboccarsi le maniche, gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte, ma anche il governo e i sindacati devono contribuire al cambio di rotta.

 

La "scarsa reattività politica e istituzionale ha causato un arresto della crescita", spiega Marcegaglia, che ha ricevuto un plebiscito dalla giunta degli industriali anche sulla squadra e sul programma che l'affiancherà nei prossimi, "con una perdita stimata in 11 punti di pil in dieci anni rispetto all'Europa". ma secondo l'imprenditrice "si può tornare a crescere" senza più "rimandare le riforme". In primis quella della legge elettorale: nonostante la nettezza del voto "la legge elettorale ha ancora dei problemi" come l'eliminazione delle preferenze, il bicameralismo perfetto e il numero di eletti "eccessivo".

 

Serve poi una semplificazione normativa perchè ci sono troppe regole "che non vengono applicate" e questo porta a una non certezza del diritto. E' giunto anche il momento, sottolinea Marcegaglia, di "varare un vero piano di federalismo fiscale", perchè il modello attuale introdotto con "frettolose modifiche" non ha funzionato.
Ma soprattutto serve "uno Stato migliore". Il mondo delle imprese è pronto a fare la propria parte e, rileva l'imprenditrice, "vuole avere un ruolo forte e attivo nella ricerca delle soluzioni a questi problemi".

 

Oltre a rilanciare una nuova stagione di relazioni sindacali, bisogna puntare sul Mezzogiorno, perché, osserva, "il rilancio dell'economia meridionale è condizione irrinunciabile per rafforzare la competitività italiana". E' necessario poi recuperare i "ritardi pesantissimi" accumulati nelle infrastrutture rispetto a tutti gli altri Paesi europei, portando a termine le varie opere che sono già in corso (come la Tav) e rivedendo "meccanismi e regole di decisioni", suggerisce Marcegaglia. Il presidente designato di Confindustria sottolinea l'importanza di puntare anche su ricerca e innovazione, sull'internazionalizzazione, su ambiente ed energia, education e presenza sul territorio, che ha premiato, rileva Marcegaglia, la Lega nel risultato elettorale. L'attrattività del territorio, spiega, "è un fattore determinante per assicurare lo sviluppo del Paese".

 

Altro punto importante nell'agenda di Confindustria da porre all'attenzione del nuovo governo è "la modifica delle norme restrittive appena introdotte" sulla sicurezza sul lavoro.
Secondo Marcegaglia la parola d'ordine deve essere "formazione, informazione e cultura", perché "i problemi non si risolvono aggravando le sanzioni, ma facendo un grande piano di cultura della sicurezza su tutto il territorio".