Tratto da Dagospia.com

Guido Ruotolo per La Stampa


{{IMG_SX}}La tempesta si annuncia devastante. A leggere oggi le «carte» che lo infangano, lo accusano, lo distruggono, è come rivedere un film sugli «Ultimi giorni di Pompei», sulle ultime ore dei più spietati dittatori dell’America Latina e della fine dei loro regimi. Si fa fatica a credere che a un ministro della Repubblica si addebiti tanto. Soprattutto se il ministro in questione è un vecchio Torquemada giustizialista: il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Davvero contro di lui si abbattono accuse incredibili.



Stiamo parlando di corruzione in cambio di «numerosi trasferimenti e spostamenti effettuati dal ministro con un elicottero pagato dal Fella (Mattia, direttore commerciale della Visetur, agenzia di viaggi, ndr), per un importo pari a 120.000 euro». E ancora: «Di numerosi e costosi viaggi-soggiorno in Italia (dall’ospitalità da mille e una notte nell’unico hotel in Europa a sette stelle, il “Town House Galleria” di Milano ai viaggi a Miami, Florida, e alle Canarie, ndr), offerti al ministro dal Fella, per un valore pari a diverse decine di migliaia di euro».

Non finisce qui, purtroppo. Un salto indietro nel tempo, per capire meglio di cosa stiamo parlando. Era il 4 aprile scorso, una settimana prima del voto. Da Potenza arriva a piazzale Clodio una processione di fascicoli destinati alla Procura della Repubblica, per competenza. Il pm anglonapoletano, Henry John Woodcock, indagando su una cordata di imprenditori locali impegnati nel grande affare delle bonifiche dei territori e dei rifiuti speciali ospedalieri, si imbatte sul ministro per l’Ambiente, su suo fratello, il senatore Marco, su diversi funzionari-dirigenti del ministero per l’Ambiente. Woodcock indaga, cucina il ministro e i suoi «sodali» e manda le carte a Roma per competenza. Ora, la Procura di Roma ha trasmesso tutte le «carte» al Tribunale dei Ministri e ha inviato agli indagati un invito a comparire.



Dunque, nelle «carte» a questo punto della Procura di Roma, non ci sono solo i viaggi «a gratis», c’è dell’altro: «L’acquisto di un terreno, per conto del ministro, pagato dal Fella Mattia 265.000 euro». Il valore sarebbe stato sovrastimato fino a 800.000 euro per ottenere dei finanziamenti da una importante Banca. Ultima ciliegina: «Fella avrebbe promesso di offrire la locazione di un prestigioso immobile sito in Roma nel quale si sarebbe dovuta fissare la sede di una “fondazione” riconducibile al ministro».



Quando trapelò la notizia dell’indagine che lo riguardava, Pecoraro Scanio, indignato, annunciò urbi et orbi che avrebbe rinunciato all’immunità parlamentare. Per lui si spese persino il ministro di Giustizia, Luigi Scotti, che «garantì» per lui. Adesso, l’ex parlamentare ministro dovrà presentarsi a piazzale Clodio, accompagnato dal suo difensore.

Dunque, dicevamo che Pecoraro Scanio è indagato per corruzione. Ma in cambio di cosa ha ottenuto tutte quelle che in termini tecnici vengono definite «utilità»? Riportiamo alcuni brani dell’avviso a comparire. Il pozzo di san Patrizio Fella-Visetur, che ha offerto viaggi, pernottamenti, che ha comprato un terreno (nei pressi del Lago di Bolsena) per conto del ministro, che si è offerto di pagare l’affitto di una sede per una fondazione di Pecoraro Scanio, in cambio avrebbe ottenuto «la nomina di Fella Stanislao (fratello di Mattia, ndr) e di Esposito Gianluca - si legge nall’avviso a comparire - e la conferma di Leoni Giuseppe, in commissioni del ministero dell’Ambiente; la stipulazione, nell’anno 2006, di una convenzione, tra la Visetur spa e il ministro dell’Ambiente avente ad oggetto il servizio di “agenzia viaggi”; agito affinché il Fella Mattia, con l’aiuto del Ventruti Cosimo, collaboratore e procacciatore d’affari della Visetur spa, potesse ottenere una convenzione con il ministero dell’Ambiente avente ad oggetto il noleggio da parte della pubblica amministrazione di un numero di ore di elicottero per un importo corrispondente a quello pagato da Fella per i numerosi spostamenti in elicottero, e per le vacanze private in Italia e all’estero offerti al ministro".

 

GLI AVVOCATI DEL MINISTRI USCENTE

"Una bufera mediatica costruita sul nulla. Dalle prime sommarie informazioni appare evidente la totale inconsistenza delle accuse". Gli avvocati Franco Coppi e Paola Balducci, legali del ministro dell`Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, replicano alle accuse, riportate da alcuni quotidiani, relative alle indagini condotte dal sostituto procuratore di Potenza John Wooodcock.


"Leggendo la nota di trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri, atto assolutamente dovuto e privo di qualsivoglia giudizio di merito - ricordano i legali -, appare chiaramente l`inconsistenza dei rilievi e finalmente potremo facilmente smontare queste incredibili accuse. Ma certo avremmo potuto chiarire tutto, documenti alla mano, anche senza questa bufera mediatica che ha provocato un enorme danno di immagine al ministro".


"Ad esempio - continuano gli avvocati Balducci e Coppi - sarà semplice chiarire come nessun euro di soldi pubblici è stato mai speso per viaggi privati, che nessun terreno o immobile è stato mai ricevuto e che neppure una promessa è mai stata fatta dal Ministro per attività nel settore delle bonifiche. Quanto all`agenzia viaggi, il Ministro ha già pubblicamente spiegato come l`azienda, che lavora con diversi ministeri ed enti pubblici, aveva rapporti di lavoro con strutture del ministero dell`Ambiente dal 2003 e che durante il mandato di Pecoraro ha perso l`appalto e certo non lo ha ricevuto. Dunque, di quali atti illeciti o addirittura reati parliamo?".


"Il Ministro - concludono i legali - ha operato sempre con il massimo rigore e trasparenza e, certo, è profondamente indignato di fronte al danno subito da questa incredibile vicenda".