{{IMG_SX}}Roma, 4 aprile 2008 -  L'Italia rischia la crescita zero. L'allarme arriva dal Fondo monetario internazionale, secondo cui l'incremento del prodotto interno lordo del nostro Paese non supererà quest'anno lo 0,3%. Un taglio drastico rispetto all'1,3% previsto a ottobre, ma anche nei confronti dello 0,6% che lo stesso Fmi riteneva ancora raggiungibile a inizio marzo in un documento riservato.

Secca riduzione anche per la zona dell'euro il cui Pil, affermano a Washington, registrerà un aumento inferiore all'1,3%, a fronte dell'1,8% stimato a gennaio. Da Bucarest, dove è in corso il vertice della Nato, il premier Romano Prodi esprime "preoccupazione" ma non allarme per il ribasso delle stime.

 

"È un taglio generale, l'Fmi lo ha fatto su tutti i Paesi", osserva il presidente del Consiglio. "La crisi - aggiunge - è più forte di guanto si pensasse, speriamo non diventi recessione come alcuni temono". Contesta invece le cifre il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, secondo cui i numeri dell'Fmi "si distinguono per una osservazione della realtà europea non esatta": la crescita del vecchio continente sarà superiore all'1,3, scommette.

 I fondamentali dell'economia europea, spiega l'ex premier lussemburghese, "sono solidi e non si può parlare ancora di recessione. E anche per l'Italia non sono d'accordo con le stime del Fondo monetario", taglia corto Juncker, precisando di essere invece "molto preoccupato per i livelli elevati di inflazione che si è attestata al 3,5%" in Europa.

 

Le indiscrezioni sulle previsioni del Fondo di questa mattina si aggiungono a quelle dei giorni scorsi secondo cui la crescita globale si dovrebbe fermare quest'anno al 3,7%, e quella statunitense non dovrebbe andare oltre lo 0,5% a fine 2008 e allo 0,6% nel 2009. Uno studio preliminare al Rapporto economico di primavera che sarà diffuso mercoledì prossimo afferma che c'è una possibilità su quattro di una recessione mondiale - tecnicamente quando l'incremento del Pil globale non supera il 3% - e definisce quella dei mutui subprime la peggior crisi finanziaria dai tempi della Grande depressione.