{{IMG_SX}}New York, 3 marzo 2008 - Euro e petrolio volano a nuovi livelli record. La moneta europea schizza quasi a 1,53 dollari per la paura della recessione negli Usa e il greggio s'impenna e si avvicina ai 104 dollari al barile, sulla scia dell'indebolimento del biglietto verde.

 

L'euro perfeziona il precedente record di 1,5239 dollari, salendo a un massimo di tutti i tempi di 1,5275 dollari, mentre il biglietto verde scende sotto quota 103 yen, ai minimi da tre anni. I mercati scommettono su un nuovo taglio di almeno lo 0,75% dei tassi Usa alla prossima riunione della Fed del 18 marzo. Il costo del denaro statunitense, che è già sceso al 3%, un punto al di sotto del 4% della Bce, si avvicinerebbe così a quel 2% che, secondo molti esperti, è il livello a cui i mercati vorrebbero veder tornare i tassi Usa.

 

Intanto le autorità politico-monetarie internazionali si lanciano messaggi preoccupati. Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet chiede agli Usa di ribadire la politica del dollaro forte, mentre il numero uno del Fmi, Dominique Strauss-Kahn sostiene che l'euro è sopravvalutato, al contrario di yen e yuan che sono sottovalutati, perchè la Bce è 'ultra-potente' e non viene bilanciata da alcuna controparte politica.

 

In effetti la Bce mantiene ferma la barra dei tassi europei, preoccupata per l'aumento dell'inflazione, che a febbraio nell'Eurozona resta ferma al 3,2%, lo stesso livello di gennaio. la Fed invece fa sapere che il problema più importante nell'immediato è il rischio recessione e dunque la necessità di aiutare la crescita economica con nuovi tagli dei tassi, anche se l'inflazione non va sottovalutata e, non appena la situazione si stabilizzerà, il costo del denaro dovrà riprendere a crescere.

 

Resta il fatto che Europa e Usa, in questa fase, non hanno la stessa politica monetaria e che il dollaro continua a scendere, cosa che peraltro aiuta le esportazioni statunitensi. Da notare che oggi l'indice Ism manifatturiero negli Usa scende a 48,3 punti, un pò meno di un atteso calo a 48 punti, ma comunque al di sotto della soglia dei 50 punti che separa le fasi di contrazione economica da quelle di espansione.

 

Il prezzo del petrolio, non si orienta sulla paura della recessione Usa, che dovrebbe contribuire ad abbassarlo, ma segue la scia del dollaro debole e continua a salire. Oggi il Light crude a New York sale al nuovo record storico di 103,75 dollari al barile, a un passo da quota 104 dollari. Nuovo record storico anche per l'oro sopra quota 990 dollari l'oncia, non lontano da quota mille dollari.