{{IMG_SX}}Roma, 26 febbraio 2008 - Un attacco al Pd che "diffonde sondaggi artefatti" e che è sotto di 10 punti rispetto al Pdl. Un attacco all'ex alleato Pier Ferdinando Casini perché votare Udc è "inutile" ed è un voto "dato a Veltroni". Archiviata la pratica Sicilia con la candidatura 'unitaria' di Raffaele Lombardo, e quella di Roma con la scelta di Gianni Alemanno, Silvio Berlusconi, in diretta telefonica con il Tg4, comincia a buttarsi nel vivo della campagna elettorale.


La prima risposta il Cavaliere la spedisce al suo più diretto avversario, Walter Veltroni. "Hanno cominciato a diffondere sondaggi artefatti, non veritieri. Questa mattina - dice - hanno detto che il vantaggio del Popolo della Libertà è sceso al 6%, mentre tutti i sondaggi di cui noi disponiamo, dimostrano che il nostro vantaggio è rimasto da tre settimane stabile del 10%".


"Noi siamo al 46,4% e il partito democratico - aggiunge - è al 36,4%. Poi danno ad altri partiti risultati importanti: all'Udc danno il 6%, a me risulta il 3,8%". Prima stoccata all'ex alleato, in pratica solo l'antipasto. Perché la botta vera arriva alla fine. "Un voto a un piccolo partito come è l'Udc - affonda - non solo è inutile, disperso, gettato, ma è un voto per Veltroni".


La replica di Casini non si fa attendere. Cinque minuti e alle agenzie arriva una nota. "Berlusconi - afferma il leader centrista - ormai parla solo dell'Udc, distribuendo falsi sondaggi e spiegando che siamo come Veltroni. Gli consigliamo di vivere serenamente la nostra crescita politica tra i moderati italiani". Solo l'ultima risposta in ordine di tempo, di una giornata in cui Casini, ospite degli studi Sky, aveva messo in un unico calderone il Cavaliere e Veltroni rei entrambi di fare "promesse impossibili". Quanto ai suoi rapporti con l'ex premier aveva aggiunto: "E' lui che mi vede come il diavolo, io lo considero un avversario".


Ma la campagna elettorale non è l'unica priorità di Berlusconi. Entra nel vivo anche la questione 'liste'. In programma alle 12 circa il Cavaliere ha un incontro dedicato proprio a questo 'nodo', al quale saranno sicuramente presenti gli esponenti di An con 'delega' alle candidature, ossia i due capigruppo Ignazio La Russa e Altero Matteoli. Ambienti di Forza Italia continuano a dare per certa anche la presenza di Gianfranco Fini che però viene messa in dubbio da via della Scrofa.


Finora sulla questione della compilazione delle liste sono stati effettuati alcuni incontri preparatori nei quali, a quanto si apprende, non avrebbe regnato sovrana la serenità. In particolare, viene riferito, Alleanza nazionale avrebbe contestato l'esito di alcuni sondaggi, non particolarmente favorevoli, in base ai quali, come annunciato da Berlusconi, saranno assegnati 'in proporzione' i posti in lista.


Quanto alle candidature di Forza Italia, pare altamente probabile lo 'spostamento' del coordinatore Sandro Bondi dalla Camera al Senato. Viceversa, dovrebbe tornare a Montecitorio l'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu. Tra i probabili candidati alla Camera c'è anche il nome Diana Bracco, presidente e Ad dell'omonimo gruppo farmaceutico.

 

Il Pdl sta tentando di candidare anche un rappresentante della comunità musulmana. In ribasso le quotazioni di Madgi Allam, tra i corteggiati ci sarebbe Khaled Fouad Allam, che nella precedente legislatura è stato eletto nella Margherita. In ballo anche i nomi di: Suad Sbau, presidentessa dell'associazione donne marocchine, e Dounia Ettaib, presidente dell'associazione donne marocchine a Milano, aggredita dopo aver chiesto di essere parte civile nel processo su Hina.


Lo stesso Berlusconi ha poi confermato che nelle liste del Pdl saranno presenti, oltre alla promotrice del Family Day Eugenia Roccella, anche la giornalista Fiamma Nirenstein, la ex governatrice di Nassiriya Barbara Contini e l'ex comandante della Gdf Roberto Speciale.