{{IMG_SX}}Roma, 24 gennaio 2008 - Luigi De Magistris si dimette dall'Associazione nazionale magistrati. Una decisione che il pm di Catanzaro aveva preso già "da alcuni mesi", con "grande rammarico", scrive in una lettera che sarà pubblicata dall''Espresso' nel numero in edicola domani. Poi aveva preferito soprassedere, ma dopo la decisione del Csm di trasferirlo d'ufficio, obbligandolo a lasciare il capoluogo calabrese e le funzioni di pm, De Magistris dice 'addio' al sindacato delle toghe. Scelta che due settimane fa aveva fatto anche la collega milanese Ilda Boccassini.

 


"Vado via - scrive De Magistris nella lettera pubblicata dal settimanale - da un'associazione che non solo non è più in grado di rappresentare adeguatamente i magistrati che quotidianamente esercitano le funzioni, spesso in condizioni proibitive, ma sta - con le condotte ed i comportamenti di questi anni - portando, addirittura, all'affievolimento ed all'indebolimento di quei valori costituzionali che dovrebbero essere il punto di riferimento principale della sua azione".


De Magistris rivendica di essere tra quei "magistrati che con onore e dignità offrono una garanzia per la tutela dei diritti di tutti (dei forti e dei deboli allo stesso modo)": giudici che "non si faranno né intimidire, né condizionare, da alcun tipo di potere, da nessuna casta, esercitando le funzioni con piena indipendenza ed autonomia, in una tensione ideale e morale costituzionalmente orientata, in ossequio, in primo luogo, all'art. 3 della Costituzione repubblicana".


"La lotta per i diritti è dura e forse lo sarà sempre di più nei prossimi mesi", ma "nelle istituzioni e nel Paese vi sono ancora energie e valori, anche importanti", aggiunge il magistrato calabrese, convinto che sia necessario "costruire una rete di rapporti - fondata sui valori di libertà, uguaglianza e fratellanza - che impedisca all'Italia di crollare definitivamente proprio sul terreno fondamentale dei diritti e della giustizia".

"È il momento che ognuno faccia qualcosa - in questa devastante deriva etica e pericoloso decadimento dei valori - divenendo protagonista per contribuire al bene della collettività e del prossimo, non lasciando l'Italia nelle mani di manigoldi, affaristi e faccendieri", è l'impegno di De Magistris.