{{IMG_SX}}Napoli, 14 gennaio 2008 - Mattinata di blocchi stradali nel napoletano ad opera di cittadini che chiedono la rimozione dei rifiuti dalle strade. Un gruppo di persone sta protestando nel quartiere napoletano di Agnano, in via Pisciarelli, via Scarfoglio mentre un altro gruppo di manifestanti blocca lo svincolo della tangenziale sempre ad Agnano.


In zona Flegrea, a Quarto, un gruppo di cittadini sta manifestando fuori dagli uffici comunali per chiedere al sindaco di intervenire per accelerare la rimozione dei cumuli di immondizia che da giorni è ammassata ovunque. A nord del capoluogo partenopeo, nel comune di Arzano, un gruppo di genitori del quarto circolo didattico blocca via Napoli; mentre un corteo di studenti a Pollena Trocchia chiede di non rientrare in classe a causa della immondizia accumulata fuori dagli edifici scolastici.


Situazione tesa anche a corso Malta, dove è stato bloccato lo svincolo di entrata e di uscita alla tangenziale. Problemi anche a corso Arnaldo Lucci, nella zona industriale di Napoli. In via Foria, invece, nel centro di Napoli, la protesta si è placata unicamente per l'intervento di alcuni mezzi della Asìa che hanno provveduto a rimuovere una parte dell'immondizia sparsa lungo una delle principali arterie cittadine.

 

"ALIMENTARI, ALLARME INFONDATO"

"L'allarme per i prodotti alimentari provenienti dalla Campania è del tutto ingiustificato", afferma l'Unione Nazionale Consumatori che invita i consumatori a comprare tranquillamente i prodotti campani osservando, in primo luogo, che gli accumuli di rifiuti sono nei centri urbani e non nelle campagne, quindi non c'è alcun rischio che possano contaminare ortofrutticoli e prodotti di origine animale come il latte e le mozzarelle".

"In caso contrario bisognerebbe preoccuparsi di tutte le discariche d'Italia, che oltretutto sono dislocate fuori dai centri urbani. L'eventuale contaminazione microbica da parte dei rifiuti organici, afferma ancora l'Unione Consumatori, è esclusa poichè potrebbe avvenire tutt'al più a distanza di qualche metro, mentre i rifiuti inorganici sono praticamente inerti e le esalazioni maleodoranti sono soltanto gas che si disperdono nell'aria circostante.

Per quanto riguarda la diossina, conclude il comunicato, si produce quando alcuni rifiuti, che sono una minima parte, vengono bruciati al di sotto di certe temperature. Ma i rifiuti campani rimangono lì o vengono «esportati».




L'INCHIESTA

E' fissata per oggi  a Napoli l'udienza davanti al gup dell'inchiesta su presunte irregolarità commesse nello smaltimento di rifiuti in Campania. L'udienza preliminare potrebbe, però, slittare per l'astensione degli avvocati del foro di Napoli. L'inchiesta vede ventotto imputati tra cui il presidente della Regione, Antonio Bassolino e i vertici di Impregilo (Piergiorgio e Paolo Romiti) e di altre società del Gruppo come la Fibe che, fino al 2005, si sono occupate dello smaltimento dei rifiuti in Campania attraverso gli impianti di Cdr (combustibile da rifiuti) e che avrebbero dovuto realizzare il termovalorizzatore di Acerra, nel Napoletano.

Le accuse formulate sono truffa aggravata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, falso e abuso d'ufficio. La prima udienza, fissata già lo scorso 26 novembre fu rinviata per il mancato avviso a un imputato e a circa 80 tra le 549 amministrazioni comunali indicate come offese.