{{IMG_SX}}Roma, 26 novembre 2007 - Convergenza sulla necessità di alcune riforme costituzionali (riduzione del numero dei parlamentari, più poteri al premier, superamento del bicameralismo perfetto), "posizioni distanti" sulla legge elettorale. È questo l'esito dell'incontro tra Gianfranco Fini e Walter Veltroni.

 

Il leader di An ha spiegato a Veltroni la sua indisponibilità a discutere del modello tedesco: "Lasciare i partiti con le mani libere significherebbe tornare indietro nel tempo, eventualità per noi deprecabile". "Non abbiamo nulla contro il proporzionale. Quello che conta - puntualizza il leader di An - è che l'elettore possa scegliere la coalizione, il programma e il candidato premier". L'ex ministro degli Esteri sostiene che abbandonare "il sistema bipolare" sia "un errore strategico". All'orizzonte - ribadisce Fini - c'è il referendum che non deve essere considerato "una sciagura o una iattura" ma come "un'eventualità". Il leader di An inoltre chiarisce che se cade Prodi la via maestra è il voto.

 

Il segretario del Pd sottolinea, invece, che "la cosa politicamente più importante" è che con Fini c'è stata "convergenza" sul pacchetto di riforme istituzionali, sul fatto che "bisogna uscire da questo bipolarismo forzoso, non dal bipolarismo" e sulla necessità che "le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale" vadano di pari passo. "Bisogna - ha spiegato ancora il sindaco di Roma - trovare un meccanismo che tenga insieme bipolarismo e proporzionale. Sistema proporzionale e bipolarismo non sono incompatibili". Veltroni ha detto di augurarsi che la legge elettorale si cambi in Parlamento ed ha ribadito che il governo deve arrivare fino al 2011.