{{IMG_SX}}Roma, 24 ottobre 2007 - La commissione di Vigilanza Rai, con un voto all'unanimità dei presenti, ha chiesto le dimissioni del presidente del Cda, Claudio Petruccioli. "Non do le dimissioni adesso perché in questo momento non ravviso che ci siano le condizioni. Quando l'azionista deciderà di sostituirmi, però, posso assicurare che non farò ricorso al Tar". E' quanto ha affermato il presidente della Rai Claudio Petruccioli durante una conferenza stampa.

Il voto di sfiducia della commissione di Vigilanza Rai nei confronti di Claudio Petruccioli non impone al presidente delll'azienda di viale Mazzini l'obbligo di rassegnare le dimissioni. Il voto di oggi infatti non ha una valenza giuridica, mentre di sicuro costituisce un segnale di forte rilevanza politica. Questo perché a votare la sfiducia a Petruccioli è stata sì la maggioranza della Vigilanza con venti voti - i 17 della Cdl, più Antonio Satta dell'Udeur, Egidio Pedrini, dell'Italia dei Valori, e Marco Beltrandi, della Rosa nel Pugno - ma a nominare e a far decadere il presidente Rai sono i due terzi dell'intera commissione. Per questo, il voto odierno non equivale ad un obbligo giuridico di dimissioni di Petruccioli. E infatti questo aspetto è stato subito rilevato al termine della seduta dagli stessi Pedrini e Satta, e anche da Paolo Bonaiuti (FI), oltre che da Fabrizio Morri, il capogruppo dell'Ulivo che con altri dello schieramento di centrosinistra al momento del voto era fuori dall'aula.

 

PALAZZO CHIGI

"La legge Gasparri non dà al voto un particolare seguito, non prevede particolari conseguenze e noi ci atteniamo alla normativa in vigore". Questo il commento, durante il briefing a Palazzo Chigi, al voto della Commissione di Vigilanza sulla Rai con cui è passata la mozione che sfiducia il Presidente Petruccioli. In ogni caso "è un voto del Parlamento, sarà eventualmente il Tesoro a considerare la questione", si fa notare.

 

 

LE RAGIONI DI PETRUCCIOLI

"Non credo di sbagliarmi se interpreto l'invito che mi viene rivolto come espressione dell'intenzione di procedere alla designazione e all'insediamento di un nuovo presidente del Cda della Rai. Se così si vuole, dunque si proceda. Una volta che l'indicazione di un nuovo presidente sia stata definita e perfezionata, lascerò dunque il mio ufficio".
Con queste parole, contenute in una lettera inviata al presidente della commissione di Vigilanza, Mario Landolfi, e ripetute durante una conferenza stampa, il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, ha delineato la sua posizione dopo il voto della stessa commissione che ha approvato una risoluzione che ne chiede le dimissioni.
In sostanza, Petruccioli afferma che se l'azionista della Rai, il ministero dell'Economia, e la commissione di Vigilanza, che hanno i poteri per nominare il presidente della Rai, effettueranno una nuova nomina, lui lascerà l'incarico al nuovo designato. "Perché escludo di comportarmi in modo tale da ostacolare il realizzarsi di volontà di altri, in particolare quando si tratti del Parlamento", afferma.