Come cambierà nel prossimo decennio il mondo del lavoro in Italia? E come è già cambiato? Abbiamo provato a capirlo chiedendo l’aiuto di alcuni tra i protagonisti principali di questo mondo: i Cavalieri del Lavoro. Quelle imprenditrici e quegli imprenditori che giorno dopo giorno, nell’arco di una vita, e spesso partendo da zero, hanno dato volto, braccia e mani al primo dettato costituzionale: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.
Insigniti di questa grande onorificenza dalle mani del Presidente della Repubblica, i Cavalieri del Lavoro saranno i protagonisti di ognuna delle tre puntate del podcast, dedicate a tre temi strettamente connessi al lavoro del futuro. Già, perché come si declina il lavoro in questi nuovi anni Venti? Ci sono tre sfide che è necessario affrontare per provare a descrivere il futuro professionale dei nostri figli. Sono la demografia, la tecnologia e la formazione. Le stesse direttrici sulle quali si dipanerà il racconto di un appuntamento a cui questo podcast nasce collegato. Di questi stessi temi si parlerà anche in un convegno intitolato ‘Il futuro del lavoro, demografia, tecnologia, formazione” che si terrà il prossimo 14 settembre al Teatro Petruzzelli di Bari.
Il format
Il podcast prevede tre puntate, per una durata di circa trenta minuti ciascuna. Ogni puntata declinerà una delle chiavi di lettura sopramenzionate. Per ognuna di esse il giornalista di Quotidiano Nazionale, Simone Arminio, accompagnerà gli ascoltatori con l’aiuto di dati, statistiche, profondità storica e con le voci degli ospiti selezionati tra i Cavalieri.
Puntata 1 – Lettera al lavoratore che verrà
Puntata 2 – L’intelligenza artificiale e il valore del lavoro
C’è chi cerca lavoro e non ne trova, e finisce per rimanere disoccupato o per accontentarsi di mansioni precarie e occasionali. E poi ci sono aziende che per mesi, disperatamente, cercano candidati a cui offrire un contratto a tempo indeterminato per una posizione rimasta vacante. Sembra un paradosso, eppure il mondo del lavoro è tra quelli un cui, più di tutti, la dinamica tra domanda e l’offerta rischia di trovarsi totalmente capovolta. Tante le ragioni, ma in cima alla lista c’è soprattutto una questione di numeri: la popolazione italiana invecchia, gli italiani non fanno più figli, l’immigrazione è un fenomeno ancora non normato a sufficienza, e perciò complicato da associare in maniera virtuosa al mercato del lavoro. Sullo sfondo c’è poi un rischio: l’involuzione demografica, se non frenata, mette a serio rischio la tenuta dell’intero impianto produttivo nazionale. Come invertire la china?