{{IMG_SX}}Milano, 1 luglio 2008 - Il caldo afoso fa soffrire anche le vacche che, chiuse nelle stalle, producono meno latte. La Coldiretti stima un calo di oltre il dieci per cento nella produzione di latte da parte delle mucche in stalla, ma in loro soccorso arriva anche il 'condizionatore'.

 

L'idea è di Diego Redini, un giovane allevatore della Coldiretti che ha messo nelle sue stalle un impianto di ventilazione che spruzza acqua per alleviare le sofferenze del bestiame. Per le mucche la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi: quando invece arriva l'afa e il termometro schizza verso l'alto, gli animali producono meno latte, mangiano poco, si muovono il meno possibile, continuano a bere e aumenta il rischio di problemi sia all'apparato mammario sia alle zampe, con possibilità di ulcere e azzoppamenti.

 

L'allevatore Redini è il testimone italiano del clima scelto dal Wwf nell'ambito della Campagna Generazione Clima, per lanciare un appello ai leader mondiali in vista del G8 che si svolgerà il 7- 9 luglio a Hokkaido, in Giappone, con al centro anche i temi del cambiamento climatico e dell'alimentazione.Otto testimoni, da ciascuno dei paesi partecipanti al Summit, hanno messo in primo piano gli impatti concreti nella propria vita quotidiana ed hanno chiesto ai propri leader di impegnarsi nell'appuntamento internazionale per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, con un messaggio consultabile e sottoscrivibile on line.

 

L'iniziativa è stata lanciata dal Wwf insieme alla Coldiretti in Italia dove, per effetto dei cambiamenti climatici, il 51,8 per cento del territorio è diventato potenzialmente a rischio desertificazione, in base ad elaborazioni climatiche e pedoclimatiche effettuate dall'Inea. Gli effetti, prosegue la Coldiretti, "si riscontrano negli allevamenti e nelle coltivazioni con un significativo spostamento della zona tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi mentre cambiano anche le condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'invecchiamento dei vini o l'affinamento dei formaggi".

 

Una situazione che, prosegue la Coldiretti, mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle specialità tradizionali. In piena Pianura Padana dove si 'coltiva' un terzo dell'agroalimentare Made in Italy, nella sua azienda situata a Canneto sull'Oglio, in provincia di Mantova, Diego Redini, che fa parte del Comitato nazionale dei giovani di Coldiretti, alleva liberamente 190 capi di razza Frisona italiana alimentate secondo una razione personalizzata sulle diverse caratteristiche.

 

Dalle sue vacche Redini ottiene latte per la produzione di Grana Padano a denominazione di origine (Dop) L'azienda è un osservatorio privilegiato per verificare gli effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati - spiega il giovane testimone italiano del clima - con una più elevata frequenza di eventi estremi come le grandinate, sfasamenti stagionali e modificazioni nella distribuzione della pioggia ma anche aumento delle temperature e più elevato tasso di umidità che fa soffrire gli animali che diventano producono meno e sono più deboli.

 

"Per alleviare lo stress da caldo abbiamo escogitato un sistema di raffrescamento, una specie di aria condizionata, con spruzzi d'acqua e ventilazione - racconta il "Testimone del clima" italiano Diego Redini, nel suo appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - la minore disponibilità di acqua, l'assenza di precipitazioni in estate ci hanno poi indotto a fare un uso parsimonioso di questa risorsa per l'irrigazione dei campi coltivati a foraggio. Irrighiamo a pioggia principalmente di notte e con un computer distribuiamo su ogni campo la quantità di acqua desiderata in modo uniforme. Noi da imprenditori facciamo la nostra parte. Ma non basta! Tocca ai governi dei paesi più ricchi prendere decisioni e fermare il cambiamento climatico. Spero il G8 sia una buona occasione e ci offra segni concreti di speranza per il futuro".