ArchiveOlimpiadi Tokyo: stadio vuoto, contagi e nervi tesi. Partono i Giochi che nessuno vuole

Olimpiadi Tokyo: stadio vuoto, contagi e nervi tesi. Partono i Giochi che nessuno vuole

Oggi alle 13, ora italiana, inizia l’edizione più strana e silenziosa della kermesse a cinque cerchi. Il Cio ha invitato gli atleti alla prudenza. I giapponesi, ostili all’evento, sono già fuggiti dalla città

Uno stadio vuoto dei Giochi Olimpici di Tokyo (Ansa)

Uno stadio vuoto dei Giochi Olimpici di Tokyo (Ansa)

Prima ancora di essere vista, la cerimonia inaugurale della Olimpiade di Tokyo è già passata alla storia. Nel senso che non esistono precedenti. E si spera che nemmeno ci saranno repliche!

Le delegazioni di tutti i Paesi del pianeta sfileranno nel deserto. Saranno pochissimi i leader dei Paesi presenti. Una quindicina in totale, tra cui l’imperatore Naruhito, la moglie del presidente americano Joe Biden, il presidente francese Emmanuel Macron (che sogna di essere ancora in carica nel 2024 quando i Giochi si terranno a Parigi). Tolta questa manciata di autorità e gli addetti ai lavori, zero spettatori. È il prezzo da pagare alla pandemia, che tiene sotto scacco l’evento. Anzi, qui a Tokyo ci sono medici che hanno lanciato l’allarme: la presenza massiccia di atleti all’interno dello stadio potrebbe moltiplicare i contagi.

Così, quello che per tanti atleti è un sogno cullato da una vita, sfilare dietro la bandiera del proprio paese, si trasforma in un mezzo incubo. A bassa voce, persino il Cio ha invitato i comitati olimpici nazionali a privilegiare la prudenza.

Butta così, mentre intorno allo show vero e proprio divampano polemiche molto “locali”, la spia di un nervosismo difficile da controllare. Prima era stato lasciato a casa il cantante Keigo Oyamada che doveva intonare l’inno giapponese: hanno scoperto che da adolescente faceva il bullo a scuola. Ieri è saltato il regista dello spettacolo: Kentaro Kobayashi faceva battute inqualificabili sull’Olocausto.

Insomma, l’impressione è che i padroni di casa siano sull’orlo di una allucinazione collettiva. La popolazione, dopo il Covid, ha maturato una ostilità crescente contro l’Olimpiade. E molti abitanti della capitale hanno scelto di scappare dalla città: torneranno il 10 agosto, a Giochi finiti.

Dunque, non è un bel clima. Italiani e italiane, indossando capi di Giorgio Armani, entreranno per diciottesimi nello stadio vuoto. In nome della parità di genere il numero uno del CONI, Giovanni Malagò, ha voluto il doppio portabandiera: Jessica Rossi, la nostra Calamity Jane con il fucile, ed Elia Viviani, asso del ciclismo su pista e su strada. Lei vinse l’oro a Londra nel 2012, lui nell’omnium a Rio nel 2016. Avrà un ruolo nella cerimonia anche Paoletta Egonu: la pallavolista è stata scelta tra gli alfieri della bandiera a cinque cerchi. Da segnalare la presenza di Niccolò Campriani: l’eroe della carabina fa da allenatore alla Nazionale dei Rifugiati.

Tokyo 2020, si chiama così anche se siamo nel 2021, alza il sipario alle 13 ora italiana. Vada come vada, è già storia.

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