Giovedì 25 Aprile 2024

Nuoto

Simona, ogni sfida è capitale . Il mito Ledecky si può battere

di Gianmario Bonzi

Le ha superate tutte, in questi ultimi due anni. Anche... l’incontro a distanza con uno sfortunato collega giornalista che viaggiava con lei alla volta di Tokyo, trovato poi positivo una volta sbarcato in Giappone, ma senza contatto diretto con gli atleti presenti su quel volo. Tra cui, appunto, "veleno", Simona Quadarella, 22 anni, una che dal 2019 non si è fatta mancare niente, dal Covid-19 ai dubbi sulla sua condizione fisica, prima di bissare a Budapest 2021 la tripletta continentale 400-800-1500m sl già realizzata a Glasgow 2018.

Simona, come Alessia Filippi, è la figlia prediletta di quella Roma dal lato semplice, in un certo senso "operaio", e spensierato. Un talento sopraffino che fa della leggerezza, del ritmo elevato e della consistenza mentale i suoi punti di forza in acqua, e della semplicità e umiltà fuori le gemme principali che avvolgono un bel carattere. Alla sua giovane età può vantare, appunto, sei titoli europei, un oro, un argento e un bronzo mondiali, un libro già scritto, diversi premi donati dalla sua città, e dopo aver solo sfiorato i Giochi di Rio 2016, rimasti lì un po’ sul gozzo, ora è pronta a godersi la sua prima Olimpiade con la fiducia giusta, visto che il 2021 è stato per lei praticamente perfetto.

Resta una domanda, una sola: dove può realmente arrivare la ragazza del quartiere Ottavia, ai Giochi di Tokyo 2020? Intanto, fa piacere vederla iscritta anche ai 400 metri stile libero, specialità nella quale, a parte le "marziane" Ledecky e Titmus, non è che ci siano tutti questi fenomeni. Magari la prova poi non la disputerà, com’era previsto fino al Sette Colli, ma intanto quell’iscrizione per noi è un segnale: Simona, come ha sempre fatto del resto nella sua carriera, vuole osare, al suo esordio olimpico. Nuota bene gli 800sl, ma da sempre predilige i 1500sl, la gara più naturale per la sua costituzione e impostazione, inserita proprio da questa edizione nel programma. Sembra quasi uno segno del destino. Sulle "sue" distanze trova una Ledecky ancora marziana, probabilmente ingiocabile, ma almeno sulle 30 vasche, la gara più lunga in vasca, è lecito sognare un po’, nel caso Katie dovesse essere meno robocop del solito.

Quadarella ha una caratteristica invidiabile per un’atleta di tale livello: non si accontenta. Mai. Neanche di fare da valletta a Ledecky, che pure, vincendo sugli 800sl anche in Giappone, diventerebbe la terza atleta della storia, dopo Dawn Fraser (100sl, 1956-1960-1964) e Krisztina Egerszegi (200 dorso, 1988-1992-1996) a centrare l’oro sulla stessa distanza in tre edizioni consecutive dei Giochi (dopo Londra 2012 e Rio 2016), consacrandosi come la più grande di sempre, in vasca, visto il resto del suo palmares.

Eppure Simona in vista del Giappone ha studiato un piano, un piano vero, per provare quanto meno a tenere il ritmo dell’americana il più a lungo possibile, come fece sugli 800sl a Gwangju 2019, dimostrando di poter anche impensierire sua maestà Katie. Allora ci fu un divario finale di neanche un secondo e mezzo, maturato tutto nelle ultime fasi, ma Simona fu a lungo in testa nella gara. Quella fu la prova generale. La sfida vera per far saltare il banco nella sua interessa sarà al Tokyo Aquatics Centre. Non succede, come si dice in questi casi, ma se succede...