Dall’inviato Leo Turrini
"Io penso sia stato giusto difendere l’ideale olimpico fino in fondo. Non per il business o per i diritti televisivi. Bensì per gli atleti, uomini e donne".
Nemmeno il complicato viaggio verso la capitale del Giappone, con le sue estenuanti procedure di ingresso, ha fatto cambiare idea a Julio Velasco. Eravamo sullo stesso volo e nelle stesse file. A modo nostro, ci vogliamo bene. Lui ha fatto la storia della pallavolo, ha vinto due mondiali con l’Italia ma l’oro olimpico mai. A Barcellona 92 e ad Atlanta 96 fu l’Olanda ad infrangere il sogno. A Rio, nel 2016, allenando la sua Argentina, Velasco fu fermato nei quarti dal Brasile, poi vittorioso in finale contro l’Italia di Zaytsev.
Manager della Federvolley per il settore giovanile, stavolta Julio è qui ai Giochi come opinionista Rai.
"Non bisogna cadere nell’errore di pensare al divismo -dice l’ex commissario tecnico di Bernardi, Zorzi e c.- Lo sport, per fortuna, non appartiene soltanto alle superstar".
E meno male.
"È chiaro che c’è una differenza enorme, tra l’asso del pallone o del tennis e il campione o la campionessa di badminton o di tiro al piattello. Nadal ha Parigi o Wimbledon tutti gli anni. Jessica Rossi aspetta i Giochi per quarantotto mesi, stavolta addirittura per sessanta. Non è la stessa cosa".
Quindi ha fatto bene il Cio a non mollare.
"Vedremo quale sarà l’evoluzione della pandemia tra gli atleti. Il rischio c’è e non può essere evitato. Io parlo in linea di principio. Per tante, tantissime discipline l’Olimpiade è la vita, è la visibilità, è il traguardo dopo anni di sacrifici. Proviamo a metterci nei panni del nuotatore o del canottiere o della fiorettista. Come avrebbe reagito all’annullamento definitivo dei Giochi?".
Temo non benissimo.
"Appunto e questa non è retorica, è realtà e conviene a tutti rifiutare un mondo in cui contano soltanto le stelle, i divi, i social, i like e i followers. Almeno nello sport, cerchiamo di privilegiare le cose vere".
A proposito di cose vere, come siamo messi con le Nazionali di pallavolo?
"Abbiamo due buone squadre, sia al maschile che al femminile. Il torneo olimpico non è mai semplice, ma i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno il diritto e il dovere di provarci".