Giovedì 25 Aprile 2024

Atletica

Gimbo ha un conto aperto e cerca il regalo di nozze

Se l’atletica è la regina dei Giochi, un motivo c’è. Forse quello principale sta nella capacità di legare lo sport antico e quello moderno nell’immedesimazione degli spettatori con i protagonisti. In fondo chi corre e salta nel 2021 compie un gesto che rimanda all’antica Grecia, culla dei Giochi, eppure è perfettamente calato nei tempi moderni dei social e dell’immagine, dove la parola d’ordine è condividere.

Prendete Gianmarco Tamberi, per esempio. Nell’epica anche un po’ retorica che racconta le gesta degli olimpionici, il ragazzo marchigiano sarebbe un eroe perfetto, scegliete voi se Ettore o Achille, Ulisse o Enea: perché come per tutti i grandi personaggi classici la sua parabola incarna forza e sfortuna, dolore ed amore, coraggio e delusione. E ancora più dell’ammirazione per le gesta sportive, sono queste caratteristiche a farlo sentire vicino, perché quanti di noi non hanno dovuto affrontare la ricostruzione di un sogno, non hanno dovuto affrontare una convalescenza del fisico o del cuore?

Se c’è una giustizia, gli dei dell’atletica sanno che Gimbo, come chiamano tutti il figlio e fratello d’arte (suo padre Marco fu campione e primatista italiano ed è il suo allenatore, suo fratello Gianuca è primatista italiano juniores del giavellotto), con la sorte ha un credito grande come cinque cerchi di speranza.

Perché c’è qualcosa di eroico e di tragico nel modo in cui a Tamberi è stata negata l’occasione più grande della sua vita, nel momento migliore. Era il 15 luglio del 2016: al meeting Herculis nel Principato di Monaco, inserito nella Diamond League, Tamberi aveva appena stabilito il record italiano saltando 2 metri e 39, seconda prestazione mondiale stagionale. Non si accontentò, chi fa sport e soprattutto chi deve saltare ogni giorno oltre l’asticella dei propri limiti non può accontentarsi. Cercò di saltare 2,41, ma al secondo tentativo la caviglia sinistra fece crac, e addio sogni di gloria a Rio.

Ora, quando ti succede una cosa del genere, quando l’obiettivo di una intera esistenza viene cancellato dal cinismo del destino, puoi scegliere due strade. O ti arrendi, oppure reagisci, come prima di lui fece un certo Jury Chechi, per citare un esempio beneaugurante.

Gimbo ha reagito, perché dietro l’immagine originale del ragazzo che prima ha portato per anni la barba tagliata a metà e poi ha concentrato sui capelli la sua fantasia, c’è un uomo che conosce il valore del lavoro quotidiano e del sacrificio per arrivare al risultato.

Pochi giorni fa, Tamberi ha preso la rincorsa per un altro salto fondamentale nella vita, inginocchiandosi in un ristorante di Numana e chiedendo alla sua Chiara di sposarlo. E così nel romanzo classico, dopo quelle del dolore e della battaglia, sono state scritte anche le pagine relative all’amore.

E’ un buon segno, di solito ti sposi quando cominci a vedere che le cose grandi stanno trovando il loro posto nel paesaggio della tua vita.

La fede da mettere al dito sarà scelta al rientro da Tokyo. Manca solo qualcosa da mettersi al collo, prima.