
’Onda alta’ di Dargen D’Amico. Una denuncia a ritmo di dance
Sta arrivando sta arrivando l’onda alta. Stiamo fermi, non si parla e non si salta. Senti il brivido. Ti ho deluso lo so. Siamo più dei salvagenti sulla barca. Sta arrivando sta arrivando l’onda alta. Non ci resta che pregare finché
passa. Sembri timido. Mi hai sorriso o no? Sono già promesso sposo con un’altra. Hey hey bambino. Questa volta hai fatto proprio un bel casino. Alla contraerea sopra un palloncino. Tutta questa strada per riempire un frigo. Per sentirti vivo … Navigando, navigando verso Malta. Senza aver nuotato mai nell’acqua alta.
Parla delle rotte dei migranti e lo fa con grande ritmo e più di un pizzico di ironia Dargen D’Amico, che all’ultima edizione di Sanremo ha presentato lo scatenato brano ’Onda alta’ che è riuscito nell’impresa non certo scontata di fare danzare e pensare per qualche minuto il pubblico televisivo e non. Il brano (di Cheope, D’Amico, Edwyn Roberts, Gianluigi Fazio e Stefano Marletta) parla delle sofferenze di questo esodo che pare senza fine, delle paure e delle insidie dei cosiddetti viaggi della speranza in mare. Ci mette tutta la sua istrionica verve Jacopo D’Amico, in arte Dargen D’Amico, a trattare con poesia, impegno sociale e leggerezza un vorticoso ritmo danzereccio che, parlando di guerra e delle migrazioni ai giorni nostri, anticipa uno dei temi trattati nel suo nuovo album ’Ciao America’, un disco stratificato, che mette in luce le tante inquietudini.